"No hay porvenir sin Marx. Sin la memoria y sin la herencia de Marx: en todo caso de un cierto Marx: de su genio, de al menos uno de sus espíritus. Pues ésta será nuestra hipótesis o más bien nuestra toma de partido: hay más de uno, debe haber más de uno." — Jacques Derrida

"Los hombres hacen su propia historia, pero no la hacen a su libre arbitrio, bajo circunstancias elegidas por ellos mismos, sino bajo aquellas circunstancias con que se encuentran directamente, que existen y les han sido legadas por el pasado. La tradición de todas las generaciones muertas oprime como una pesadilla el cerebro de los vivos. Y cuando éstos aparentan dedicarse precisamente a transformarse y a transformar las cosas, a crear algo nunca visto, en estas épocas de crisis revolucionaria es precisamente cuando conjuran temerosos en su auxilio los espíritus del pasado, toman prestados sus nombres, sus consignas de guerra, su ropaje, para, con este disfraz de vejez venerable y este lenguaje prestado, representar la nueva escena de la historia universal" Karl Marx

21/9/13

Marx sobre trabajo potenciado

Karl Marx ✆ Solveig Wiig
Rolando Astarita  |  La nota sobre Mandel  y la plusvalía extraordinaria [Publicada en Ñángara Marx] ha provocado muchas críticas, en particular a la noción de trabajo potenciado. Algunas ya las he respondido (véase aquí) [Publicada también en Ñángara Marx] y otras las iré tratando en los próximos días. En esta nota intento aportar elementos para el estudio del concepto en la obra de Marx. Empiezo recordando la noción tal como se presenta en El Capital, para luego ampliarla con textos que permanecieron en borrador.

Trabajo potenciado en El Capital

El capítulo X del tomo 1 de El Capital constituye el texto clave en que Marx explica cómo se generan las plusvalías extraordinarias, de las que deriva la plusvalía relativa. En el mismo Marx define al trabajo potenciado como aquel trabajo que se aplica con una tecnología superior a la imperante en la rama. Escribe:
“El trabajo cuya fuerza productiva es excepcional opera como trabajo potenciado, esto es, en lapsos iguales genera valores superiores a los que produce el trabajo social medio del mismo tipo” (1999, pp. 386-7). De manera que lo que permite generar más valor por unidad de tiempo es su carácter “excepcional”, la diferencia que media entre la tecnología avanzada y la promedio. Por eso, mientras dura la diferencia, el “valor individual” del producto es menor que el valor social. Pero dado que “el valor real de la mercancía… no es su valor individual, sino su valor social”, el capitalista puede vender por encima de su valor individual, y realiza así una plusvalía extra. Por eso, dice

Karl Marx después de la edición histórico-crítica (MEGA2) | Un nuevo objeto de investigación

Karl Marx & Friedrich Engels ✆ G. Goron 
Roberto Fineschi  |  La exégesis marxiana tiene un larga historia: nace con el propio Engels, a quien correspondió en primer lugar el deber de «defender» la obra del amigo, y ha continuado hasta nuestros días, a través de las interpretaciones más diversas, la mayor parte de las cuales se etiquetan genéricamente con el término de «marxismo». Sería inútil dar una lista de autores, que a los lectores resultaría previsible ya que se trata, en efecto, de nombres célebres.

Todas estas lecturas se han basado, como no podía ser de otro modo, en textos ya conocidos de Marx. Es por ello que han habido puntos de ruptura, por ejemplo con la publicación de las Theorien über den Mehrwert, o de los Grundrisse: su aparición proporcionó nuevos instrumentos indispensables para la comprensión crítica del pensamiento del autor, cambiando el objeto de la investigación y sancionando definitivamente la implausibilidad de algunas interpretaciones precedentes.

Por éste y otros motivos lo que sucede en Alemania desde 1975 tiene un significado fundamental para toda la exégesis marxiana. Se trata de la publicación completa de todas las obras y en todos los niveles de su desarrollo, de los dos autores alemanes. El nombre del proyecto es Marx-Engels-Gesamtausgabe (MEGA2) y las novedades son tales y tantas que acreditan cuanto se ha dicho en el título, esto es, que nos encontramos ante un momento de ruptura: el objeto de investigación se ha visto modificado por la publicación de una parte fundamental del legado que hasta hoy era inaccesible. Se puede aventurar el término de «revolución científica».

20/9/13

Marx a lezione da Lucien Goldmann (e viceversa) | Per continuare il dibattito Stefano Petrucciani – Ernesto Screpanti sul fondamento morale del pensiero marxiano

  • All’inizio delle pubblicazioni del “Rasoio di Occam” si è svolto un dibattito fra Stefano Petrucciani ed Ernesto Screpanti intorno al fondamento normativo del pensiero marxiano. In questo articolo, Guido Grassadonio ne riprende alcuni spunti per svolgerli in una diversa direzione.
Guido Grassadonio  |  Per iniziare, provo a riassumere i termini del discorso già fatto da Petrucciani e Screpanti, [Publicados en Ñángara Marx, así: Marx e la giustizia | Risposta a Ernesto Screpanti  y Aporie della giustizia | Marx a lezione da John Rawls] per poi introdurre i miei argomenti. Sia comunque chiaro che  l’atto di riassumere è sempre  interpretazione e riqualificazione dei concetti usati in funzione diversa. Non si rimanga allora stupiti se in qualche punto il mio linguaggio divergerà da quello di Screpanti e Petrucciani.

Il problema posto nel botta e risposta è semplice da spiegare: posta un’innegabile tendenza morale nelle opere di Marx, qual è il fondamento filosofico su cui potere articolare tale tendenza, senza tradire la loro coerenza. Marx voleva essere un pensatore “scientifico”, le cui proposizioni erano meramente descrittive, eppure ha anche fondato un dover essere preciso e fatto ricorso a giudizi morali sul presente abbastanza netti. Come, infatti, può una teoria sullosfruttamento essere solo descrittiva? Chiaramente è anche un giudizio di valore. Ma questo valore come lo fondiamo, mantenendo un rapporto forte col momento descrittivo?

Occorre, allora, indagare il pensiero marxiano come un pensiero anche morale, forzando i limiti voluti dallo stesso Marx. Ora, il tentativo di trovare un fondamento etico possibile in una teoria della giustizia appare quantomeno arduo. Soprattutto perché, a mio parere, tradisce totalmente l’impianto teorico del Moro, che come nota bene Screpanti – ma anche Petrucciani ne è cosciente – è più orientato verso una teoria della libertà di stampo hegeliano. Screpanti ritiene

Marx e la giustizia | Risposta a Ernesto Screpanti

Stefano Petrucciani  |  Prima di lui la critica sociale si reggeva principalmente su un impianto moralistico. Ecco perché Marx ha segnato un progresso enorme nel pensiero cui fanno riferimento le classi subalterne. Ma questo progresso nasconde anche un lato meno positivo: esso occulta il problema della giustificazione, dell’ancoraggio razionale o valoriale della critica e del conflitto.

Sono grato a Ernesto Screpanti per aver esaminato [anche in Ñángara Marx] con tanta accuratezza e con una notevole acribia critica alcune questioni sulle quali ho provato a ragionare in un libro recente che ho intitolato A lezione da Marx. Questo titolo non sta a significare, come si potrebbe pensare, che io voglia rivendicare in modo un po’ acritico un valore imperituro della lezione marxiana. Vuol dire invece qualcosa di completamente diverso, e cioè che, se si ragiona seriamente e criticamente su Marx, si possono imparare moltissime cose, e si ricevono tanti stimoli che possono essere efficacemente fatti reagire anche con le discussioni più aggiornate della teoria sociale e politica del presente. Questo punto emerge perfettamente dalle considerazioni che Screpanti dedica al mio lavoro: Marx può dialogare con Rawls, Harsanyi, Sen e tanti altri, e talvolta può essere anche usato per muovere ad essi delle critiche molto precise. Da questi confronti emerge anche, e la cosa mi pare ben comprensibile, che le riflessioni di Marx sulle questioni della giustizia e della libertà sono molto meno sofisticate e assai meno articolate di quelle che si possono trovare nel grande supermarket del pensiero filosofico-politico contemporaneo. Questo per due ragioni. La prima è che, per fortuna, anche la ricerca teorica e filosofica (come quella scientifica) progredisce, e dunque è inevitabile che, a quasi duecento anni dalla nascita di Marx, l’apparato di concetti e di ragionamenti di cui disponiamo si sia notevolmente incrementato. La seconda ragione è che (su questo punto Screpanti e io concordiamo) Marx non era interessato a uno sviluppo sofisticato e “tecnico” di questi concetti, perché riteneva di avere cose più importanti da fare (studiare le

Aporie della giustizia | Marx a lezione da John Rawls

Ernesto Screpanti  |  Una teoria “marxista” della giustizia incontra grandi difficoltà a criticare il capitalismo. Per questo bisogna fuoriuscirne cercando di porre la libertà a fondamento della giustizia. In questo modo, si evita anche il rischio di un governo universale della ragione imposto forzosamente.

“Le mie riflessioni prendono le mosse da una constatazione di fondo: il marxismo è uno straordinario edificio che, negli ultimi due o tre decenni, ha mostrato tutte le sue crepe, il suo invecchiamento, le sue difficoltà e le sue aporie.  Perciò se si vuole provare a valorizzare quell’eredità è necessario impegnarsi in un processo di ricostruzione di lunga lena”. Così Stefano Petrucciani nel suo ultimo lavoro, ‘A lezione da Marx: Nuove interpretazioni’, Manifestolibri, Roma 2012, un libro bello e importante.

Ben sapendo che oggi chi si vuole accostare a Marx da marxista non può limitarsi a rileggerlo ma deve in qualche misura tentare di riscriverlo, Petrucciani mette in chiaro sin dalla prima pagina qual è lo spirito del suo approccio: critico, libero e impegnato. Critico, per evitare ogni forma di dogmatismo e scolasticismo; libero, per trarre profitto dai contributi più validi della filosofia contemporanea; impegnato, per rendere la teoria utile nella prassi politica.

Il pensiero comunista post-sessantotto ha modificato radicalmente i metodi e i temi della teoria critica rispetto ai canoni delle vecchie scuole di partito ma anche rispetto a quelli del “marxismo occidentale”, e ha dato vita a due grandi filoni di pensiero altamente innovativi: il marxismo analitico e il marxismo ermeneutico. Il primo filone affonda le radici nel contrattualismo e nell’utilitarismo di tradizione anglosassone, oltre che nel criticismo kantiano – radici che non sono del

Marx en miniatura | En el 'New York Tribune' publicó unos 400 artículos

  • Los textos periodísticos que Marx publicó en 1850 pueden ser un apéndice o una puerta de entrada a su obra
Marcelo G. Burello  |  “Las relaciones de Karl Marx con el periodismo nunca fueron fáciles”, comienza diciendo el responsable de esta esmerada selección de artículos del máximo referente del pensamiento de izquierda. Y en efecto, de esas dificultades (mayormente, la censura tenaz y las clausuras permanentes) Marx se nutrió para desarrollar una labor ingente y casi de vanguardia en términos de lucidez analítica y persuasión retórica, como supo hacerlo en el resto de su producción. Esa labor en diarios y revistas se muestra a sus anchas en este bello volumen, cuyo mayor mérito es el de reponer el aspecto menos conocido de quien seguramente ha sido el teórico político más polémico de la historia. Y ese desconocimiento es parcialista no sólo porque supone poner al filósofo siempre por delante del activista, sino porque también ignora la relación directa entre un aspecto y el otro. Bastará recordar que uno de los textos más citados del gran revolucionario alemán, el 18 Brumario de Luis Bonaparte , proviene netamente del periodismo, con toda su apariencia de análisis erudito.

El ordenamiento temático –y no cronológico– de este libro permite organizar la lectura en base a ciertas cuestiones clave, aunque esconde un poco el largo desarrollo del pensamiento marxiano. Este ocultamiento, sin embargo, no es tan gravoso si se considera que, en virtud de ofrecer contribuciones periodísticas de valor, el tomo se acota casi exclusivamente a la década de 1850, que concentra lo mejor del autor en el ámbito de la opinión pública, mostrándolo en plena posesión de sus ideas más radicales y maduras, es decir, el método materialista histórico y la causa comunista. Contra la relativa acotación temporal, por cierto, la compilación se extiende en términos espaciales, pues alberga piezas escritas tanto en alemán como en inglés, y que fueran publicadas, además, a ambos lados del Atlántico, con los ojos puestos en China, India o España. Pues sólo en el

Sobre la respuesta de Rolando Astarita | Plusvalía relativa y ganancias extraordinarias

Karl Marx ✆ Ian James
Miguel Manzanera Salavert  |  Después de haber expuesto mi crítica a su texto – Respuesta al profesor Manzanera Salavert | Sobre plusvalía relativa y ganancias extraordinarias­–  en la página web Ñángara Marx , Rolando Astarita ha respondido asegurando que cometo una serie de errores importantes en mi comprensión de la teoría marxista. Creo que es necesario aclarar algunos conceptos básicos para demostrar que no es cierto. Tal vez pueda haber otras interpretaciones, pero quiero mostrar que mi crítica está bien sustentada, señalando además que algunas de las apreciaciones vertidas en su exposición, no concuerda con la explicación de Marx sobre los mecanismos fundamentales del modo de producción capitalista.

En el punto 1, coincidimos en que la plusvalía absoluta es trabajo impago, en cualquier caso. Pero hay un matiz importante. Dicho con palabras de Marx: Si el plusvalor surge, es únicamente en virtud de un excedente ‘cuantitativo’ de trabajo, en virtud de haberse prolongado la duración del mismo proceso laboral (El capital, Volumen 1, Sección Tercera, Producción del Plusvalor Absoluto, capítulo V, 239, cito por la 9ª edición de la traducción de Pedro Scaron publicada en Siglo XXI). Atendiendo a esta definición, en primer lugar, la plusvalía absoluta no es el aumento de la jornada laboral, sino la jornada laboral aumentada: son horas extras de trabajo que el obrero debe completar para su patrón, es la prolongación de la jornada laboral más allá de lo necesario para cubrir la reposición de la fuerza de trabajo.

Es correcto decir que la plusvalía absoluta aumenta al aumentar la jornada laboral –o en general, con el incremento en el gasto de fuerza de trabajo al aumentar la intensidad del mismo-; y de ese modo se incrementa la tasa de plusvalor, si el valor de la fuerza de trabajo o capital variable continúa siendo igual

19/9/13

Marx, Wall Street e la lotta di classe

Karl Marx in Wall Street ✆  M. Wuerker
Riccardo Cavallo  |  Da poco è apparsa l’ultima fatica di Domenico Losurdo, La lotta di classe. Una storia politica e filosofica [1] che, muovendosi controcorrente rispetto alla vulgata liberista imperante, si sofferma su uno dei nodi problematici più significativi dell’opus marx-engelsiano: la teoria della lotta di classe. Si tratta di un ulteriore tassello che va inserirsi nel ventennale percorso di ricerca del filosofo urbinate che, oltre a stilare un vero e proprio cahier de doléance sui misfatti dell’Occidente liberal-capitalista, intende intervenire nelle ferite ancora aperte della tradizione marxista mettendone in evidenza luci ed ombre.

1. What would Marx Think? Questo interrogativo campeggia sulla copertina della versione europea del Time del febbraio 2009, cioè nel momento clou della crisi finanziaria che partita dall’esplosione del sistema dei mutui subprime originatasi negli Stati Uniti, stava per dilagare anche nel resto del mondo. Non è un caso allora che il prestigioso magazine decida di dedicare la propria cover story ad un possibile ritorno alle tesi marxiste nell’epoca di Wall Street. Così il celebre ritratto del filosofo di Treviri diviene immagine pop, dai pixel giallo-oro che scorre al posto dei valori dei titoli azionari sul rullo della Borsa cui si accompagnano altre frasi fluorescenti che rimandano alla necessità di elaborare nuove idee per uscire dalla crisi e allo spauracchio del ritorno della povertà. Tutto insomma lascia presagire che le tesi di Marx, prima fra tutte quella sulla lotta di classe, siano più che mai da riprendere in considerazione come utile strumento per evitare il baratro generato dalla voracità autodistruttiva dei mercati.

Malgrado le apparenze, nel suo articolo intitolato Rethinking Marx[2], l’editorialista Peter Gumbel è ben lungi dal voler inneggiare ad un ritorno del marxismo,

La concepción marxista del cambio tecnológico

Karl Marx ✆ Graziano Origa
Claudio Katz  |  La teoría marxista del cambio tecnológico es indisociable de la interpretación general que tiene esta concepción del funcionamiento del capitalismo. Solo a fin de establecer una comparación con otros enfoques de la innovación, tiene sentido delimitar sus características específicas. La visión de Marx sobre la tecnología está expuesta en diversos textos y en las compilaciones que han seleccionado sus reflexiones sobre el tema. Entre los teóricos más conocidos de la innovación predominan dos actitudes diferentes hacia la obra de Marx. Los pensadores neoclásicos ortodoxos como Solow o aggiornados como Romer ignoran por completo sus trabajos, mientras que otros exponentes de la misma linea como Samuelson, lo combatieron encarnizadamente. En estos casos el rechazo a Marx es tan categórico, que resulta difícil el análisis comparativo. No solo las nociones teóricas, sino incluso el lenguaje corriente utilizado para estudiar la innovación es complemente diferente. Aunque algunos autores subrayen ciertos paralelos, hay que esforzarse para percibir que Marx y los neoclásicos están hablando del mismo tema. Una lectura diferente se observa entre los pensadores opuestos al marginalismo ortodoxo. Tanto el keynesianismo tradicional de Blaug, como la vertiente de izquierda que expresó Joan Robinson tuvieron en cuenta a Marx, para formular un enfoque centrado en la existencia de variadas opciones tecnológicas, que el autor de El Capital no habría percibido.

La plusvalía

Lenin ✆ Petrov Vodkin, 1934
Vladimir Ilich Lenin  |  Al alcanzar la producción de mercancías determinado grado de desarrollo, el dinero se convierte en capital. La fórmula de la circulación de mercancías era: M (mercancía) -- D (dinero) -- M (mercancía), o sea, venta de una mercancía para comprar otra. Por el contrario, la fórmula general del capital es D -- M -- D, o sea, la compra para la venta (con ganancia). Marx llama plusvalía a este incremento del valor primitivo del dinero que se lanza a la circulación. Que el dinero lanzado a la circulación capitalista "crece", es un hecho conocido de todo el mundo. Y precisamente ese "crecimiento" es lo que convierte el dinero en capital, como relación social de producción particular, históricamente determinada. La plusvalía no puede brotar de la circulación de mercancías, pues ésta sólo conoce el intercambio de equivalentes; tampoco puede provenir de un alza de los precios, pues las pérdidas y las ganancias recíprocas de vendedores y compradores se equilibrarían; se trata de un fenómeno masivo, medio, social, y no de un fenómeno individual. Para obtener plusvalía "el poseedor del dinero necesita encontrar en el mercado una mercancía cuyo valor de uso posea la cualidad peculiar de ser fuente de valor", una mercancía cuyo proceso de consumo sea, al mismo tiempo, proceso de creación de valor. Y esta mercancía existe: es la fuerza de trabajo del hombre. Su consumo es trabajo y el trabajo crea valor. El poseedor del dinero compra la fuerza de trabajo por su valor, valor que es determinado, como el de cualquier otra mercancía, por el tiempo de trabajo socialmente necesario para su producción (es decir, por el costo del mantenimiento del obrero y su familia).

Una vez que ha comprado la fuerza de trabajo el poseedor del dinero tiene derecho a consumirla, es decir, a obligarla a trabajar durante un día entero, por ejemplo, durante doce horas. En realidad el obrero crea en seis horas (tiempo de trabajo "necesario") un producto con el que cubre los gastos de su

Plusvalía extraordinaria y acumulación de capital

  • “La especial productividad del trabajo en una esfera especial de la producción o en una empresa concreta dentro de ella sólo interesa a los capitalistas de esta empresa o rama de producción, cuando permita a la rama especial de que se trate conseguir una ganancia extraordinaria con respecto al capital en su conjunto o conceda esta misma posibilidad al capitalista individual con respecto a los demás capitalistas de la misma rama de producción” | Marx, El Capital, III
  • “A esta confusión —determinación de los precios por la oferta y la demanda por los precios— hay que añadir que la demanda determina la oferta y ésta, a su vez, la demanda o, lo que es lo mismo, que la producción determina el mercado, a la par que el mercado determina la producción” | Marx, El Capital, III
Ruy Mauro Marini  |  En el curso de esta década, y en abierto contraste con la política represiva que, con raras excepciones, adoptaron los Estados en el campo científico y cultural, el marxismo ha tenido una notable difusión en los medios intelectuales y académicos latinoamericanos. Esto ha llevado a que, con mayor o menor grado de ortodoxia, los estudios realizados, desde el punto de vista de diferentes disciplinas, sobre la realidad de nuestros países incorporen en grado creciente el instrumental de análisis marxista. Esta incorporación es en sí misma un proceso, que presenta, de manera progresiva, un doble carácter: un mejor conocimiento de la obra de Marx y de las corrientes que de ella se han derivado, por un lado, y, por otro, un enriquecimiento de la representación formal de la realidad latinoamericana, en la medida en que, por obra de su propio desarrollo, las características y tendencias que le son inherentes a ésta se hacen más acusadas. Así, en economía, tras un rechazo airado a toda preocupación respecto a los problemas de la circulación y un sesgo productivista que correspondía al enfoque parcial con que Marx aborda los problemas en el primer libro de El Capital, se asiste ahora a un esfuerzo de los marxistas por aprehender el conjunto del ciclo económico, con lo que adquiere nuevo interés la dialéctica entre producción y circulación, que constituye el objeto de los dos primeros libros de la obra. Ello conduce a que aún estudios no

18/9/13

Respuesta al profesor Manzanera Salavert | Sobre plusvalía relativa y ganancias extraordinarias

Karl Marx ✆ Hanoch Piven
Rolando Astarita  |  El profesor español Miguel Manzanera Salavert ha publicado una crítica a “Mandel sobre plusvalía extraordinaria”, que puede consultarse en http://nangaramarx.blogspot.com.ar/2013/09/sobre-plusvalia-relativa-y-ganancias.html. En esta nota respondo a Manzanera Salavert. Aprovecho para agradecer a Omar Montilla, quien en su portal Ñángara Marx, ha publicado mi nota sobre Mandel y la plusvalía extraordinaria, y la crítica de Manzanera Salavert.

La crítica de Manzanera Salavert

Manzanera Salavert plantea que he confundido la plusvalía relativa con las ganancias extraordinarias. Sostiene que hay que distinguir entre plusvalía absoluta y relativa, que la primera “se origina en el trabajo impago”, el exceso de trabajo que el empleador exige al obrero, y la segunda se debe al incremento de la productividad. Explica que si se duplica la productividad y el trabajador sigue necesitando la misma cantidad de bienes para reproducir su fuerza de trabajo, suponiendo que los precios se han mantenido invariables, “la plusvalía absoluta se ha triplicado”. Luego afirma que en la medida en que la innovación tecnológica se ha extendido a otras industrias, “esa multiplicación es la plusvalía relativa”; de manera que ésta sería “el efecto multiplicador de la innovación tecnológica”. Explica que la plusvalía absoluta da origen al beneficio capitalista, y las ganancias extraordinarias, en cambio, “se producen al transformar la plusvalía relativa en beneficio”. En definitiva, la plusvalía relativa daría origen a las ganancias extraordinarias.”

En seguida afirma que el capital constante no puede permanecer igual cuando hay aumento de productividad, porque toda revolución tecnológica implica

◆ El que busca, encuentra...

Todo lo sólido se desvanece en el aire; todo lo sagrado es profano, y los hombres, al fin, se ven forzados a considerar serenamente sus condiciones de existencia y sus relaciones recíprocasKarl Marx

Not@s sobre Marx, marxismo, socialismo y la Revolución 2.0

— Notas notables
Cecilia Feijoo: Apuntes sobre el Concepto de Revolución Burguesa en Karl Marx — Red Diario Digital
Moishe Postone: Il compito della teoria critica oggi: Ripensare la critica del capitalismo e dei suoi futuri — Blackblog Franco Senia
Pierre-Yves Quiviger: Marx ou l'élimination des inégalités par la révolution — Le Point
Hernán Ouviña: Indigenizar el marxismo — La Tinta
Emmanuel Laurentin: Les historiens américains et Karl Marx — France Culture
Adèle Van Reeth: Le Capital de Karl Marx: La fabrique de la plus-value — France Culture
Manuel Martínez Llaneza: Reproches a Marx acerca de El Capital (Bajo la égida de Friedrich Engels) — Rebelión
Victoria Herrera: Marx y la historia — Buzos
Alejandro F. Gutiérrez Carmona: La vigencia del pensamiento marxista — Alianza Tex
Víctor Arrogante: El Capital y las aspiraciones de la clase trabajadora — Nueva Tribuna
Mauricio Mejía: Karl Marx, el poeta de la mercancía — El Financiero
Emmanuel Laurentin: Karl Marx à Paris: 1843-1845 — France Culture
Jacinto Valdés-Dapena Vivanco: La teoría marxista del Che Guevara — Bohemia
Aldo Casas: El marxismo como herramienta para la lucha — La necesidad de la formación en la militancia — La Tinta
Evald Vasiliévich Iliénkov: La dialéctica de lo abstracto y lo concreto en El Capital de Marx — Templando el Acero
Vincent Présumey: Suivi des écrits de Karl Marx / 1837-1848 - Part I, Part II, Part III & Part IV — Mediapart
Roman Rosdolky: Marx ésotérique et Marx exotérique — Palim Psao
Lepotier: Marx, Marxisme, Cui bono? — Bella Ciao
Andrea Vitale: La critica di Pareto a Marx: una abborracciatura — Operai e Teoria
Annelie Buntenbach: Marx provides us with a glimpse behind the scenes of capitalism — Marx 200
Antoni Puig Solé: La Ley del Valor y la ecología en Marx — Lo que somos
Vladimiro Giacché: Note sui significati di "Libertà" nei Lineamenti di Filosofia del Diritto di Hegel — Il Comunista
Salvador López Arnal: Manuel Sacristán (1925-1985) como renovador de las tradiciones emancipatorias — Rebelión
Paúl Ravelo Cabrera: Marx, Derrida, el Gesto Político y la supercapitalización mundial — Scribb
Dino Greco: In difesa del marxismo — Sollevazione
Alberto Quiñónez: Arte, praxis y materialismo histórico — Rebelión
Josefina L. Martínez: Feminismo & Socialismo marxista - Eleanor Marx, la cuestión de la mujer y el socialismo — Rebelión
John Bellamy Foster: Marx y la fractura en el metabolismo universal de la naturaleza — Scribb
José Manuel Bermudo Ávila: Concepto de Praxis en el joven Marx — Scribb
Carlos Oliva Mendoza: Adolfo Sánchez Vázquez: ¿marxismo radical o crítica romántica? — InfoLibre
Bernardo Coronel: ¿El marxismo es una ciencia? — La Haine
Sylvain Rakotoarison: Le capitalisme selon Karl Marx — Agora Vox

— Notas y comentarios sobre El Capital
António Ferraz: Os 150 anos do livro ‘O Capital’, de Karl Marx — Correio do Minho
Horacio Tarcus: Traductores y editores de la “Biblia del Proletariado” - Parte I & Parte II — Memoria
Emmanuel Laurentin: Le Capital, toujours utile pour penser la question économique et sociale? — France Culture
J.M. González Lara: 150 años de El Capital — Vanguardia
Roberto Giardina: Il Capitale di Marx ha 150 anni — Italia Oggi
Alejandro Cifuentes: El Capital de Marx en el siglo XXI — Voz
Marcela Gutiérrez Bobadilla: El Capital, de Karl Marx, celebra 150 años de su edición en Londres — Notimex
Mario Robles Roberto Escorcia Romo: Algunas reflexiones sobre la vigencia e importancia del Tomo I de El Capital — Memoria
Antoni Puig Solé: El Capital de Marx celebra su 150° aniversario — Lo que Somos
Jorge Vilches: El Capital: el libro de nunca acabar — La Razón
Carla de Mello: A 150 años de El Capital, la monumental obra de Karl Marx — Juventud Socialista del Uruguay
Rodolfo Bueno: El Capital cumple 150 años — Rebelión
Diego Guerrero: El Capital de Marx y el capitalismo actual: 150 años más cerca — Público
José Sarrión Andaluz & Salvador López Arnal: Primera edición de El Capital de Karl Marx, la obra de una vida — Rebelión
Sebastián Zarricueta: El Capital de Karl Marx: 150 años — 80°
Marcello Musto: La durezza del 'Capitale' — Il Manifesto
Esteban Mercatante: El valor de El Capital de Karl Marx en el siglo XXI — Izquierda Diario
Michael Roberts: La desigualdad a 150 años de El Capital de Karl Marx — Izquierda Diario
Ricardo Bada: El Capital en sus 150 años — Nexos
Christoph Driessen: ¿Tenía Marx razón? Se cumplen 150 años de edición de El Capital — El Mundo
Juan Losa: La profecía de Marx cumple 150 años — Público
John Saldarriaga: El Capital, 150 años en el estante — El Colombiano
Katia Schaer: Il y a 150 ans, Karl Marx publiait ‘Le Capital’, écrit majeur du 20e siècle — RTS Culture
Manuel Bello Hernández: El Capital de Karl Marx, cumple 150 años de su primera edición — NotiMex
Ismaël Dupont: Marx et Engels: les vies extravagantes et chagrines des deux théoriciens du communisme! — Le Chiffon Rouge
Jérôme Skalski: Lire Le Capital, un appel au possible du XXIe siècle - L’Humanité
Sebastiano Isaia: Il Capitale secondo Vilfredo Pareto — Nostromo

— Notas y reportajes de actualidad
Román Casado: Marx, Engels, Beatles, ese es el ritmo de Vltava — Radio Praga
María Gómez De Montis: El Manifiesto Comunista nació en la Grand Place — Erasmus en Flandes
Enrique Semo: 1991: ¿Por qué se derrumbó la URSS? — Memoria
Michel Husson: Marx, un économiste du XIXe siècle? A propos de la biographie de Jonathan Sperber — A L’Encontre
César Rendueles: Todos los Marx que hay en Marx — El País
Alice Pairo: Karl Marx, Dubaï et House of cards: la Session de rattrapage — France Culture
Sebastián Raza: Marxismo cultural: una teoría conspirativa de la derecha — La República
Samuel Jaramillo: De nuevo Marx, pero un Marx Nuevo — Universidad Externado de Colombia
Sergio Abraham Méndez Moissen: Karl Marx: El capítulo XXIV de El Capital y el “descubrimiento” de América — La Izquierda Diario
Joseph Daher: El marxismo, la primavera árabe y el fundamentalismo islámico — Viento Sur
Francisco Jaime: Marxismo: ¿salvación a través de la revolución? — El Siglo de Torreón
Michel Husson: Marx, Piketty et Aghion sur la productivité — A l’encontre
Guido Fernández Parmo: El día que Marx vio The Matrix — Unión de Trabajadores de Prensa de Buenos Aires
Cest: Karl Marx y sus "Cuadernos de París" toman vida con ilustraciones de Maguma — El Periódico
Leopoldo Moscoso: 'Das Kapital': reloading... — Público
Laura "Xiwe" Santillan: La lucha mapuche, la autodeterminación y el marxismo — La Izquierda Diario
José de María Romero Barea: Hölderlin ha leído a Marx y no lo olvida — Revista de Letras
Ismaël Dupont: Marx et Engels: les vies extravagantes et chagrines des deux théoriciens du communisme! — Le Chiffon Rouge Morlai
Francisco Cabrillo: Cómo Marx cambió el curso de la historia — Expansión
El “Dragón Rojo”, en Manchester: Cierran el histórico pub donde Marx y Engels charlaban "entre copa y copa" — BigNews Tonight
Marc Sala: El capitalismo se come al bar donde Marx y Engels debatían sobre comunismo — El Español

— Notas sobre debates, entrevistas y eventos
Fabrizio Mejía Madrid: Conmemoran aniversario de la muerte de Lenin en Rusia — Proceso
Segundo Congreso Mundial sobre Marxismo tendrá lugar en Beijing — Xinhua
Debate entre Andrew Kliman & Fred Moseley — Tiempos Críticos
David McNally & Sue Ferguson: “Social Reproduction Beyond Intersectionality: An Interview” — Marxismo Crítico
Gustavo Hernández Sánchez: “Edward Palmer Thompson es un autor que sí supo dar un giro copernicano a los estudios marxistas” — Rebelión
Alberto Maldonado: Michael Heinrich en Bogotá: El Capital de Marx es el misil más terrible lanzado contra la burguesía — Palabras al Margen
Leonardo Cazes: En memoria de Itsván Mészáros — Rebelión (Publicada en O Globo)
Entrevista con István Mészáros realizada por la revista persa Naghd’ (Kritik), el 02-06-1998: “Para ir Más allá del Capital” — Marxismo Crítico
Rosa Nassif: “El Che no fue solo un hombre de acción sino un gran teórico marxista” Agencia de Informaciones Mercosur AIM
Entrevista a Juan Geymonat: Por un marxismo sin citas a Marx — Hemisferio Izquierdo
Juliana Gonçalves: "El Capital no es una biblia ni un libro de recetas", dice José Paulo Netto [Português ] — Brasil de Fato
Entrevista a Michael Heinrich: El Capital: una obra colosal “para desenmascarar un sistema completo de falsas percepciones” — Viento Sur
Alejandro Katz & Mariano Schuster: Marx ha vuelto: 150 años de El Capital. Entrevista a Horacio Tarcus — La Vanguardia
Salvador López Arnal: Entrevista a Gustavo Hernández Sánchez sobre "La tradición marxista y la encrucijada postmoderna" — Rebelión
Jorge L. Acanda: "Hace falta una lectura de Marx que hunda raíces en las fuentes originarias del pensamiento de Marx" — La Linea de Fuego

— Notas sobre Lenin y la Revolución de Octubre
Guillermo Almeyra: Qué fue la Revolución Rusa — La Jornada
Jorge Figueroa: Dos revoluciones que cambiaron el mundo y el arte — La Gaceta
Gilberto López y Rivas: La revolución socialista de 1917 y la cuestión nacional y colonial — La Jornada
Aldo Agosti: Repensar la Revolución Rusa — Memoria
Toni Negri: Lenin: Dalla teoria alla pratica — Euronomade
Entretien avec Tariq Ali: L’héritage de Vladimir Lénine — Contretemps
Andrea Catone: La Rivoluzione d’Ottobre e il Movimento Socialista Mondiale in una prospettiva storica — Marx XXI
Michael Löwy: De la Revolución de Octubre al Ecocomunismo del Siglo XXI — Herramienta
Serge Halimi: Il secolo di Lenin — Rifondazione Comunista
Víctor Arrogante: La Gran Revolución de octubre — El Plural
Luis Bilbao: El mundo a un siglo de la Revolución de Octubre — Rebelión
Samir Amin: La Revolución de Octubre cien años después — El Viejo Topo
Luis Fernando Valdés-López: Revolución rusa, 100 años después — Portaluz
Ester Kandel: El centenario de la Revolución de octubre — Kaos en la Red
Daniel Gaido: Come fare la rivoluzione senza prendere il potere...a luglio — PalermoGrad
Eugenio del Río: Repensando la experiencia soviética — Ctxt
Pablo Stancanelli: Presentación el Atlas de la Revolución rusa - Pan, paz, tierra... libertad — Le Monde Diplomatique
Gabriel Quirici: La Revolución Rusa desafió a la izquierda, al marxismo y al capitalismo [Audio] — Del Sol

— Notas sobre la película “El joven Karl Marx”, del cineasta haitiano Raoul Peck
Eduardo Mackenzie:"Le jeune Karl Marx ", le film le plus récent du réalisateur Raoul Peck vient de sortir en France — Dreuz
Minou Petrovski: Pourquoi Raoul Peck, cinéaste haïtien, s’intéresse-t-il à la jeunesse de Karl Marx en 2017? — HuffPost
Antônio Lima Jûnior: [Resenha] O jovem Karl Marx – Raoul Peck (2017) — Fundaçâo Dinarco Reis
La película "El joven Karl Marx" llegará a los cines en el 2017 — Amistad Hispano-Soviética
Boris Lefebvre: "Le jeune Karl Marx": de la rencontre avec Engels au Manifeste — Révolution Pernamente

— Notas sobre el maestro István Mészáros, recientemente fallecido
Matteo Bifone: Oltre Il Capitale. Verso una teoria della transizione, a cura di R. Mapelli — Materialismo Storico
Gabriel Vargas Lozano, Hillel Ticktin: István Mészáros: pensar la alienación y la crisis del capitalismo — SinPermiso
Carmen Bohórquez: István Mészáros, ahora y siempre — Red 58
István Mészáros: Reflexiones sobre la Nueva Internacional — Rebelión
Ricardo Antunes: Sobre "Más allá del capital", de István Mészáros — Herramienta
Francisco Farina: Hasta la Victoria: István Mészáros — Marcha
István Mészáros in memoriam : Capitalism and Ecological Destruction — Climate & Capitalism.us