"No hay porvenir sin Marx. Sin la memoria y sin la herencia de Marx: en todo caso de un cierto Marx: de su genio, de al menos uno de sus espíritus. Pues ésta será nuestra hipótesis o más bien nuestra toma de partido: hay más de uno, debe haber más de uno." — Jacques Derrida

"Los hombres hacen su propia historia, pero no la hacen a su libre arbitrio, bajo circunstancias elegidas por ellos mismos, sino bajo aquellas circunstancias con que se encuentran directamente, que existen y les han sido legadas por el pasado. La tradición de todas las generaciones muertas oprime como una pesadilla el cerebro de los vivos. Y cuando éstos aparentan dedicarse precisamente a transformarse y a transformar las cosas, a crear algo nunca visto, en estas épocas de crisis revolucionaria es precisamente cuando conjuran temerosos en su auxilio los espíritus del pasado, toman prestados sus nombres, sus consignas de guerra, su ropaje, para, con este disfraz de vejez venerable y este lenguaje prestado, representar la nueva escena de la historia universal" Karl Marx

14/7/17

Introduzione al "Capitale"

Karl Korsch

I. Come l’opera di Platone sullo Stato, il libro di Machiavelli sul Principe, il Contratto sociale di Rousseau, anche l’opera di Marx, Il capitale deve la sua grande e duratura efficacia al fatto che ad una svolta storica ha colto ed espresso in tutta la sua pienezza e profondità il nuovo principio irrompente nell’antica configurazione del mondo. Tutti i problemi economici, politici e sociali, attorno ai quali si muove teoricamente l’analisi marxiana del Capitale, sono oggi problemi pratici che muovono il mondo e intorno ai quali viene condotta in tutti i paesi la lotta reale delle grandi potenze sociali, gli Stati e le classi. Per aver compreso a tempo che questi problemi costituivano la problematica determinante per la svolta mondiale allora imminente, Karl Marx si è rivelato ai posteri come il grande spirito preveggente del suo tempo. Ma neppure come massimo spirito del suo tempo egli avrebbe potuto cogliere teoricamente questi problemi e incorporarli nella sua opera, se essi non fossero già stati nello stesso tempo posti in qualche modo anche nella realtà di allora, come problemi reali. Il destino singolare di questo tedesco del Quarantotto fece sì che egli, scagliato fuori dalla sua sfera d’azione pratica dai governi assoluti e repubblicani d’Europa, grazie a questo tempestivo allontanamento dalla retriva e limitata situazione tedesca, venisse inserito proprio nel suo autentico peculiare spazio storico d’azione. Proprio in seguito a questi molteplici spostamenti violenti del suo campo d’attività, prima e dopo la fallita rivoluzione tedesca del 1848, l’allora appena trentenne pensatore e ricercatore Marx, che attraverso la discussione teorica della filosofia hegeliana aveva già elaborato un sapere vasto e profondo di respiro mondiale in forma filosofica prettamente tedesca, nei suoi due periodi successivi di emigrazione, prima in Francia e in Belgio, poi in Inghilterra, poté entrare nel rapporto più diretto, pratico e teorico, anche con le due nuove forme del mondo di allora più gravide di conseguenze per il futuro. Queste erano, da un lato, il socialismo e comunismo francese, che al di là delle conquiste della grande rivoluzione borghese giacobina spingevano verso nuove mete proletarie; dall’altro, la forma avanzata della moderna produzione capitalistica, e dei rapporti di produzione e di scambio corrispondenti, nata in Inghilterra dalla rivoluzione industriale degli anni 1770 - 1830.

12/7/17

El idealismo moral revolucionario inherente al materialismo práctico de Karl Marx

Karl Marx ✆ David Levine
Miguel Candioti
1. Un nuevo enfoque: la distinción entre materialismo práctico y materialismo histórico
Nuestro estudio de la obra de Marx nos ha llevado a la conclusión de que, para una adecuada comprensión de sus ideas, es necesario ser capaz de distinguir básicamente entre dos marcos teóricos generales que han llegado a coexistir en su pensamiento: el materialismo práctico y el materialismo histórico. El primero, que es también el más antiguo, resulta de una traducción social de las críticas feuerbachianas de la enajenación religiosa y filosófico-especulativa; es el enfoque predominante en la etapa que va desde su Crítica de la filosofía del derecho de Hegel (1843) hasta las llamadas Tesis sobre Feuerbach (1845) inclusive. El segundo, que prevalece a partir de La ideología alemana (1845-46) y recibe su más famosa formulación en el prefacio de la Contribución a la crítica de la economía política (1859), es el producto de una transposición a la economía del concepto hegeliano del desarrollo histórico, y pretende subsumir al materialismo práctico bajo leyes generales del movimiento social 1 .

Si el presupuesto básico de la moral y de la ética normativa es algún tipo de diferenciación entre “ser” y “deber ser”2 , entonces quizás hay que descartar desde el inicio que el llamado materialismo histórico 3 suponga alguna relación constitutiva con aquéllas. Porque esta teoría se encuentra fuertemente inspirada por la noción hegeliana de que «lo que es racional es real y lo que es real es racional»4 o, dicho de otro modo, que sólo es lo que debe ser, y viceversa. Según esta perspectiva, resulta completamente vano y “utópico” enfrentar a la realidad social con un ideal de transformación; se trata más bien de descubrir, describir y suscribir las transformaciones que “de hecho” se están dando ya en esa realidad, las cuales siempre se corresponden con lo que “racionalmente” debe ser. Un conocido pasaje de La ideología alemana reza así:

Teoria del valore

Karl Marx ✆ J. Bauwens 

Giorgio Lunghini & Fabio Ranchetti

Introduzione
Per 'teoria del valore' si possono intendere due cose distinte: la determinazione quantitativa dei rapporti secondo cui le merci vengono scambiate sul mercato, cioè dei loro prezzi relativi; oppure la ricerca dell'origine del valore delle merci, dunque l'indagine circa il fondamento stesso, l'oggetto e il metodo del discorso economico. Circa la sostanza che conferisce valore alle merci, le due spiegazioni rivali possono essere definite l'una 'oggettiva', l'altra 'soggettiva'. La prima riconduce il valore delle merci al lavoro che direttamente o indirettamente è stato impiegato per produrle: essa sarebbe oggettiva in quanto il lavoro impiegato per produrre una merce dipende dalle tecniche di produzione adottate, e queste in ogni dato momento sono date. La seconda spiegazione del valore delle merci nega che questo dipenda da loro proprietà intrinseche: il valore delle merci dipenderebbe dall'apprezzamento, da parte dei singoli soggetti, dell'attitudine dei beni economici a soddisfare i bisogni.
La teoria del valore utilità intende spiegare i prezzi delle merci a partire da quanto appare sul mercato; la teoria del valore lavoro, a partire da quanto avviene nella sfera della produzione. Le due teorie sottendono una diversa visione del mondo, per quanto riguarda lo scopo della produzione. La teoria del valore utilità assume che scopo della produzione sia la produzione di valori d'uso, il soddisfacimento dei bisogni dei consumatori. La teoria del valore lavoro assume invece che scopo della produzione sia la produzione di valori di scambio, in vista della realizzazione di un profitto. La teoria del valore lavoro e la teoria del valore utilità sono dunque contrapposte nelle premesse e nelle conclusioni; se però si concepisce il sistema capitalistico come un sistema storicamente determinato, esse hanno una implicazione comune.

10/7/17

Ciò che ha veramente detto l’‘ultimo Engels’

Friedrich Engels ✆ Fidia 
Eros Barone

1. L’‘ultimo Engels’: problemi di periodizzazione
Per definire correttamente il modo con cui l’ultimo Engels affronta sia il problema dello Stato che il problema della elaborazione di una strategia del movimento operaio per la conquista del potere è necessario, in primo luogo, risolvere, oltre alle difficoltà che sono proprie di uno studio rigoroso del pensiero dei fondatori del socialismo scientifico, una difficoltà specifica, consistente nel determinare in modo esatto l’argomento che si intende trattare, cioè, nel nostro caso, l’“ultimo Engels”. Così, l’esigenza di circoscrivere tale argomento può portarci, in prima istanza, ad estendere o a contrarre le frontiere cronologiche dell’indagine in funzione di criteri, che possono tutti risultare degni di interesse, senza però che nessuno di essi risulti pienamente soddisfacente. Se, ad esempio, si prende il 1890 come confine, abbiamo, ad un tempo, l’inizio di un decennio e il punto di partenza degli ultimi cinque anni della vita di Engels, in cui si còllocano almeno tre opere di capitale importanza: assieme alla Critica del programma di Erfurt (1891), l’Introduzione alla Guerra civile in Francia (1891) e l’Introduzione alle Lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850 (1895), cioè due scritti con cui Engels non si limita a presentare le analisi socio-politiche di Marx, ma ne mette in rilievo il valore teorico e ne applica il metodo alla congiuntura specifica di quegli anni1 . Il limite di questa periodizzazione risiede tuttavia nel separare le opere testé citate da altri scritti che, per quanto anteriori, sono strettamente connessi a quelle opere dall’identità del tema, come la famosa Lettera a Bebel del 1875, da cui non si può prescindere se si intende svolgere un serio esame del pensiero di Engels sul problema dello Stato2.

¿“El Capital” solo para los días de fiesta?

Original de El Capital, que se encuentra en la casa-museo de Karl Marx
en Tréveris, Alemania
 
Rolando Astarita

En el Programa de Transición Trotsky dijo que la socialdemocracia solo hablaba del socialismo en los días de fiesta. Aunque seguramente se refería al ala derecha de la Segunda Internacional -¿alguien puede decir que Rosa Luxemburgo, Lenin o Liebknecht hablaban de socialismo solo los días de fiesta?-, la frase hoy se aplica a partidos políticos que se llaman a sí mismos socialistas, pero solo hablan de las cuestiones fundamentales del socialismo en los Primero de mayo. Pues bien, a la vista de las reacciones que ha provocado mi último post –“La lucha por las ocho horas de trabajo y la tradición socialista”, aquí– debería agregar que también existen los defensores de “El Capital para los días de fiesta”. En otros términos, el texto de Marx sería apropiado para los aniversarios (como fue por estos días la conmemoración de los 150 años de su primera edición), pero no para la lucha política e ideológica cotidiana.

Para ver por qué, recordemos lo que dije en ese post. Afirmé que el socialismo, orientado por Marx o Engels, consideraba que la lucha por la reducción de la jornada de trabajo era una importante consigna reformista, destinada a mejorar las condiciones de la clase obrera en su lucha por el socialismo. Aclaré que, sin embargo, no la consideraban una panacea, a diferencia de lo que hacían los reformistas. Dije también que Marx o Engels jamás sugirieron que reduciendo la jornada de trabajo pudiera acabarse la desocupación. Y expliqué que el desempleo se recrea en el capitalismo por dos vías principales, la introducción de la máquina, y las crisis periódicas.

Palimpsestos: El Estado en el Manifiesto Comunista

Palimpsesto. Del lat. palimpsestus, y este del gr. παλίμψηστος palimpsestos. 1...m. Manuscrito antiguo que conserva huellas de una escritura anterior borrada artificialmente. DRAE (1)

Karl Marx ✆ Roberto de Vicq de Cumptich
Ariel Mayo

La relectura de un clásico produce una sensación extraña: cada vez que volvemos al texto nos encontramos con un libro “distinto” al que conocimos la vez anterior. Las frases, cuyo sentido creíamos haber fijado de una vez y para siempre, se transforman ante nuestros ojos, convirtiéndose en algo diferente a la forma que encontramos la primera vez. El misterio de esta particularidad se disipa (o cobra nuevo significado) cuando se piensa que la metamorfosis del sentido de las frases es una expresión más de la complejidad de la realidad y del esfuerzo realizado por el autor para asir la complejidad mediante ese torpe instrumento que es el lenguaje. Un texto clásico es así un palimpsesto interminable, que oculta múltiples escrituras detrás de una superficie árida o sencilla. Ninguna de esas escrituras, de esos textos dentro de otro texto, es la definitiva. Así como el mundo es una totalidad inabarcable, pero que estamos obligados a conocer, cada texto clásico es un reflejo de esa totalidad y, como todo reflejo, padece las limitaciones de la copia. Nosotros, que pretendemos comprender el mundo como totalidad, encontramos en esas copias lo que buscamos (o creemos buscar) en un momento determinado de nuestra búsqueda. Por eso leemos palimpsestos, porque el conocimiento huye de lo definitivo.

Afirmar que el Manifiesto del partido comunista (1848) es un clásico no requiere de ninguna fundamentación. Escrito por Karl Marx (1818-1883) y Friedrich Engels (1820-1895) para dar a conocer los fundamentos de la concepción política y el programa de la Liga de los Comunistas, tuvo un destino singular. Publicado poco antes del estallido de las revoluciones europeas conocidas como “la primavera de los pueblos”, fue ignorado prolijamente hasta bien entrada la década de 1860. A partir de allí sirvió para difundir los principios generales de la concepción marxista de la sociedad y para convencer a propios y extraños acerca de la necesidad de luchar contra el capitalismo. Si bien varias de sus afirmaciones han envejecido y tienen un interés principalmente histórico, el grueso de su argumentación conserva todo su valor teórico y político. En especial, la concepción del Estado resulta de notable actualidad. Pero, para ello, es preciso leer el texto como un palimpsesto:

16/6/17

Karl Korsch & Karl Marx: oggi la sinistra rinasce se si riparte dalle origini

Aldo Tortorella

Sergio Sabattini ha scritto Da un altro tempo. Marx e Engels, la rivoluzione, la Russia (Edizioni Punto Rosso), un libro che è, come dice, il libro di una vita. Una vita spesa bene per i compiti rilevanti e difficili cui ha assolto come militante politico e dirigente comunista, ma anche, come qui possiamo leggere, per questa sua ininterrotta riflessione che ora rende pubblica. Spesso, quando si volge verso l’età più avanzata, si indulge al racconto delle proprie personali memorie. Si tratta di documenti sempre utili sia per i lettori che desiderano informarsi sul tempo passato, sia per gli storici professionali che hanno così modo di paragonare vari punti di vista interni a un medesimo tempo, a medesimi eventi, a medesime esperienze umane. Ma il testo di Sabattini è ben altra e più impegnativa impresa.
È un testo di riflessione storica e teorica, un itinerario dentro la storia e dentro il pensiero di coloro che insoddisfatti del loro presente e del futuro che esso prometteva – come furono gli iniziatori del movimento socialista – si sono sforzati di leggere la intima costituzione della società e dello stato al fine di prospettare un futuro migliore. Le autobiografie hanno bisogno di aprire solo i propri ricordi, per un lavoro come questo bisogna aprire e studiare molti libri per porsi le domande e ancor di più per cercare le risposte.
Un tale faticoso e ininterrotto lavoro, compiuto da chi è stato per tutta la sua vita un politico di professione, è un dato rilevante in se stesso in tempi in cui i politici per primeggiare studiano essenzialmente per farsi attori televisivi e che, qui da noi, acquistano tanto più potere se sono volontari o involontari attori comici.

José Carlos Mariátegui, a 123 años de su nacimiento

Gustavo Espinoza

El tiempo transcurrido desde el nacimiento y la muerte de José Carlos Mariátegui permite revisar sus enseñanzas, reflexionar en torno a su mensaje, y someter otra vez sus ideas a un análisis profundo; sobre todo porque crea condiciones para observar los hechos de manera comparativa, reconociendo los avances y los retrocesos del pensamiento y de la historia, así como las victorias y derrotas de los pueblos. Y es que el aporte de Mariátegui a la concepción humana tiene sentido ecuménico, valor universal. Sobre todo, si como lo advirtiera ya hace muchos años Jorge Basadre, su obra tuvo como primordial propósito servir a los intereses de la clase proletaria. Aunque sobre todo en las últimas décadas se ha escrito mucho y se ha profundizado sustantivamente en la vida y en la obra de Mariategui, ella presenta siempre nuevos elementos y se torna inagotable. Brota como manantial fecundo y claro, no sólo en el estudio de los pensadores, sino también en el accionar de los pueblos que se empinan para batir la adversidad combatiendo en las condiciones más complejas.

La evolución de la crisis contemporánea en las últimas décadas del siglo pasado, se tradujo en la desaparición de la Unión Soviética y en la quiebra de la experiencia socialista en Europa del este. En nuestro país, los acontecimientos estuvieron signados por la derrota de diversos modelos y proyectos de avance y transformación social y la preeminencia de un sorprendente e inédito pragmatismo de corte neoliberal.

15/6/17

El marxismo no es una doctrina

Karl Marx ✆ Aristortele 

Las ciencias humanas, al interior del capitalismo, se volvieron el reino de las notorias y no notorias opiniones. No importa. Se opone, así, a las ciencias naturales, por ejemplo, en las cuales el criterio de universalidad, aunque no sea absoluto, es defendido.

¿Por qué está prohibida la idea de universalidad en el campo de las Ciencias Humanas? Porque este valor universal siempre en construcción y, por lo tanto, nunca estanco, fue encontrado: es el marxismo. ¿Y por qué? Porque el marxismo es la ciencia humana bajo el punto de vista del trabajo y este es el factor universal que libera al humano de su yugo milenario oligárquico.

Así de simple. Sin misterio y sin ministerio.

Y ya que se habla de ministerio, se acusa al marxismo, por regla general, de ser una doctrina.
El marxismo no es una doctrina, sino un método, de acuerdo con el propio Marx. Es la ciencia universal del trabajo humano en busca de su liberación terráquea, histórica, laica. Hoy el reino de las opiniones es el lugar superficial de las doctrinas. Mijaíl Bajtín para la Arqueología del Futuro – Lucas Musar para la Antropología del Pasado que es Presente.
http://www.rebelion.org/

2/6/17

El retorno de Karl Marx para entender lo que está pasando en el capitalismo avanzado

Karl Marx ✆ Cássio Loredano
Vicenç Navarro

En una de las columnas más conocidas del semanario The Economist , la columna Bagehot (a cargo de Adrian Wooldridge), se acaba de publicar un artículo en su número del 13 de mayo que sería impensable que apareciera en las páginas de cualquier revista económica de España de semejante orientación liberal a la que tiene tal semanario. En realidad, no solo en cualquier revista económica, sino en cualquiera de los mayores medios de información de este país (incluyendo Catalunya) tal tipo de artículo nunca podría haberse publicado.

Bajo el título El momento marxista , y el subtítulo Los laboristas llevan razón: Karl Marx tiene mucho que enseñar a los políticos de hoy en día , la columna Bagehot analiza el debate existente entre el dirigente del Partido Laborista del Reino Unido, el Sr. Jeremy Corbyn, y su ministro de Economía y Hacienda en la sombra, el Sr. John McDonnell, por un lado, y los dirigentes del Partido Conservador así como los rotativos conservadores Daily Telegraph y Daily Mail , por el otro. Definir tal intercambio como debate es, sin embargo, excesivamente generoso por parte de la columna Bagehot, pues la respuesta de los rotativos conservadores y de los dirigentes conservadores a los dirigentes laboristas es una burda, grosera e ignorante demonización de Marx y del marxismo, confundiendo marxismo con estalinismo, cosa que también se hace constantemente en los mayores medios de comunicación españoles, en su mayoría también de orientación conservadora o neoliberal.
Los aciertos de Marx según Bagehot, de The Economist
Una vez descartados los argumentos de la derecha británica, la columna Bagehot pasa a discutir lo que considera las grandes profecías de Karl Marx (y así las define) para entender lo que está ocurriendo hoy en el mundo capitalista desarrollado, señalando que muchas de sus predicciones han resultado ser ciertas. Entre ellas señala que:

25/5/17

Hegel: lo Stato perfetto (e la spina di Marx)

Fulvio Papi

Cerchiamo di mettere in luce, riassumendoli, alcuni temi centrali della “Filosofia del diritto” di Hegel scritta nel 1820 quando aveva la cattedra di filosofia all’Università di Berlino. Gli studiosi di Hegel hanno spesso considerato i famosi scritti jenensi di Hegel dal 1801 al 1806 come precedenti importanti della “Fenomenologia dello Spirito” del 1808 come della “Filosofia del diritto”, anzi questi scritti giovanili mostrano spesso una ricchezza tematica più ampia delle successive opere a stampa. Inoltrarci in questa ricchissima selva filosofica vorrebbe dire perdere di vista la strada teorica che Hegel ha poi codificato come sua filosofia resa pubblica. Tuttavia su un tema molto generale si può trovare una linea di continuità.

G.H.F. Hegel & Karl Marx
✆ David Levine
Molti anni fa, siamo agli inizi degli anni Cinquanta, Mario Rossi (un amico di grande valore perduto immaturamente), studiando proprio gli scritti jenensi notava che “la preminenza assoluta di valore della determinazione politica serve a comprendere e a risolvere in sé le determinazioni sociali”. Vale a dire che ogni figura sociale, l’agricoltore, l’artigiano, il medico, il professore vanno compresi nel significato spirituale che essi hanno nella struttura ideale, unitaria e organica dello stato.
Hegel, all’inizio dell’Ottocento, conosceva le opere di Ferguson, sociologo e storico, Say, Smith, Ricardo, e classici della economia politica. Questa conoscenza ha portato a ritenere che Hegel, avendo nozione di queste opere, avesse anche una immagine teorica della società “borghese” che stava nascendo su una base capitalistica. Detta così questa proposizione non è vera. E qui è necessaria una considerazione generale intorno a che cosa sia la conoscenza di opere e quale senso esse possano avere in un tessuto interpretativo.
Hegel, per esempio, aveva certamente conosciuto bene i concetti di lavoro, di divisione sociale del lavoro, dello scambio come forma della razionalità economica, ma non aveva compreso che questi concetti erano il riflesso intellettuale di una trasformazione del mondo che, in prospettiva, avrebbe rovesciato completamente il rapporto tra economia e struttura e potere politico. 
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Per Hegel la dimensione economica non aveva affatto questa potenzialità, anzi (come avevo accennato in precedenza) era regolata dalla struttura politica che riconosceva all’essere umano, alla sua natura, il bisogno, l’alimentazione, la difesa delle numerose possibilità oppressive del mondo, e il godimento sessuale. L’uno e l’altro, tuttavia, compresi in una antropologia che certamente riconosceva la materialità dell’esistenza, ma la sottoponeva alla superiore legislazione dello Spirito che aveva la sua realtà oggettiva nella forma dello stato politico.

So­bre la teoría del equi­lib­rio gen­eral desde la per­spec­tiva de Karl Marx

La Economía, desde su rama más for­mal, ha tomado la onerosa la­bor, al igual que las demás cien­cias so­ciales, de mod­e­lar al ob­jeto más com­plejo e in­de­scifrable de la nat­u­raleza: el hom­bre.
Karl Marx ✆ A.d. 

Diego Gar­cía

Dado que analizar la idios­in­cra­sia y el com­por­tamiento del ser hu­mano con sus pares y otras es­pecies es un ofi­cio de con­stante ob­ser­vación, la  mis­ión de un econ­o­mista se hace in­fini­ta­mente di­fi­cul­tosa por las dis­tin­tas vari­ables omi­ti­das que afectan de man­era rad­i­cal la forma en que una per­sona toma de­ci­siones. El par­a­digma ac­tual de la Economía se cues­tiona prin­ci­pal­mente so­bre cómo el hom­bre in­ter­ac­túa con otros hom­bres, de man­era ego­cen­trista, para obtener lo que quiere. A esa in­ter­ac­ción, a ese lu­gar y a ese mo­mento se le conoce en la lit­er­atura como el mer­cado. Desde sus ini­cios, la Economía ha bus­cado dis­tin­tas for­mas de con­fig­u­rar mod­e­los de com­por­tamiento que sean im­a­gen de lo que acon­tece en el mer­cado y que al mismo tiempo re­spon­dan a la gran pre­gunta planteada por Adam Smith: ¿Cómo lo­gran los in­di­vid­uos de­scen­tral­iza­dos y guia­dos por sus pro­pios in­tere­ses, por medio de la señal de los pre­cios, la co­or­di­nación en el mer­cado? (Hahn & Ar­row, 1977). Varias es­cue­las de pen­samiento económico han bus­cado de man­era ince­sante la re­spuesta al cues­tion­amiento canónico de Smith. 

◆ El que busca, encuentra...

Todo lo sólido se desvanece en el aire; todo lo sagrado es profano, y los hombres, al fin, se ven forzados a considerar serenamente sus condiciones de existencia y sus relaciones recíprocasKarl Marx

Not@s sobre Marx, marxismo, socialismo y la Revolución 2.0

— Notas notables
Cecilia Feijoo: Apuntes sobre el Concepto de Revolución Burguesa en Karl Marx — Red Diario Digital
Moishe Postone: Il compito della teoria critica oggi: Ripensare la critica del capitalismo e dei suoi futuri — Blackblog Franco Senia
Pierre-Yves Quiviger: Marx ou l'élimination des inégalités par la révolution — Le Point
Hernán Ouviña: Indigenizar el marxismo — La Tinta
Emmanuel Laurentin: Les historiens américains et Karl Marx — France Culture
Adèle Van Reeth: Le Capital de Karl Marx: La fabrique de la plus-value — France Culture
Manuel Martínez Llaneza: Reproches a Marx acerca de El Capital (Bajo la égida de Friedrich Engels) — Rebelión
Victoria Herrera: Marx y la historia — Buzos
Alejandro F. Gutiérrez Carmona: La vigencia del pensamiento marxista — Alianza Tex
Víctor Arrogante: El Capital y las aspiraciones de la clase trabajadora — Nueva Tribuna
Mauricio Mejía: Karl Marx, el poeta de la mercancía — El Financiero
Emmanuel Laurentin: Karl Marx à Paris: 1843-1845 — France Culture
Jacinto Valdés-Dapena Vivanco: La teoría marxista del Che Guevara — Bohemia
Aldo Casas: El marxismo como herramienta para la lucha — La necesidad de la formación en la militancia — La Tinta
Evald Vasiliévich Iliénkov: La dialéctica de lo abstracto y lo concreto en El Capital de Marx — Templando el Acero
Vincent Présumey: Suivi des écrits de Karl Marx / 1837-1848 - Part I, Part II, Part III & Part IV — Mediapart
Roman Rosdolky: Marx ésotérique et Marx exotérique — Palim Psao
Lepotier: Marx, Marxisme, Cui bono? — Bella Ciao
Andrea Vitale: La critica di Pareto a Marx: una abborracciatura — Operai e Teoria
Annelie Buntenbach: Marx provides us with a glimpse behind the scenes of capitalism — Marx 200
Antoni Puig Solé: La Ley del Valor y la ecología en Marx — Lo que somos
Vladimiro Giacché: Note sui significati di "Libertà" nei Lineamenti di Filosofia del Diritto di Hegel — Il Comunista
Salvador López Arnal: Manuel Sacristán (1925-1985) como renovador de las tradiciones emancipatorias — Rebelión
Paúl Ravelo Cabrera: Marx, Derrida, el Gesto Político y la supercapitalización mundial — Scribb
Dino Greco: In difesa del marxismo — Sollevazione
Alberto Quiñónez: Arte, praxis y materialismo histórico — Rebelión
Josefina L. Martínez: Feminismo & Socialismo marxista - Eleanor Marx, la cuestión de la mujer y el socialismo — Rebelión
John Bellamy Foster: Marx y la fractura en el metabolismo universal de la naturaleza — Scribb
José Manuel Bermudo Ávila: Concepto de Praxis en el joven Marx — Scribb
Carlos Oliva Mendoza: Adolfo Sánchez Vázquez: ¿marxismo radical o crítica romántica? — InfoLibre
Bernardo Coronel: ¿El marxismo es una ciencia? — La Haine
Sylvain Rakotoarison: Le capitalisme selon Karl Marx — Agora Vox

— Notas y comentarios sobre El Capital
António Ferraz: Os 150 anos do livro ‘O Capital’, de Karl Marx — Correio do Minho
Horacio Tarcus: Traductores y editores de la “Biblia del Proletariado” - Parte I & Parte II — Memoria
Emmanuel Laurentin: Le Capital, toujours utile pour penser la question économique et sociale? — France Culture
J.M. González Lara: 150 años de El Capital — Vanguardia
Roberto Giardina: Il Capitale di Marx ha 150 anni — Italia Oggi
Alejandro Cifuentes: El Capital de Marx en el siglo XXI — Voz
Marcela Gutiérrez Bobadilla: El Capital, de Karl Marx, celebra 150 años de su edición en Londres — Notimex
Mario Robles Roberto Escorcia Romo: Algunas reflexiones sobre la vigencia e importancia del Tomo I de El Capital — Memoria
Antoni Puig Solé: El Capital de Marx celebra su 150° aniversario — Lo que Somos
Jorge Vilches: El Capital: el libro de nunca acabar — La Razón
Carla de Mello: A 150 años de El Capital, la monumental obra de Karl Marx — Juventud Socialista del Uruguay
Rodolfo Bueno: El Capital cumple 150 años — Rebelión
Diego Guerrero: El Capital de Marx y el capitalismo actual: 150 años más cerca — Público
José Sarrión Andaluz & Salvador López Arnal: Primera edición de El Capital de Karl Marx, la obra de una vida — Rebelión
Sebastián Zarricueta: El Capital de Karl Marx: 150 años — 80°
Marcello Musto: La durezza del 'Capitale' — Il Manifesto
Esteban Mercatante: El valor de El Capital de Karl Marx en el siglo XXI — Izquierda Diario
Michael Roberts: La desigualdad a 150 años de El Capital de Karl Marx — Izquierda Diario
Ricardo Bada: El Capital en sus 150 años — Nexos
Christoph Driessen: ¿Tenía Marx razón? Se cumplen 150 años de edición de El Capital — El Mundo
Juan Losa: La profecía de Marx cumple 150 años — Público
John Saldarriaga: El Capital, 150 años en el estante — El Colombiano
Katia Schaer: Il y a 150 ans, Karl Marx publiait ‘Le Capital’, écrit majeur du 20e siècle — RTS Culture
Manuel Bello Hernández: El Capital de Karl Marx, cumple 150 años de su primera edición — NotiMex
Ismaël Dupont: Marx et Engels: les vies extravagantes et chagrines des deux théoriciens du communisme! — Le Chiffon Rouge
Jérôme Skalski: Lire Le Capital, un appel au possible du XXIe siècle - L’Humanité
Sebastiano Isaia: Il Capitale secondo Vilfredo Pareto — Nostromo

— Notas y reportajes de actualidad
Román Casado: Marx, Engels, Beatles, ese es el ritmo de Vltava — Radio Praga
María Gómez De Montis: El Manifiesto Comunista nació en la Grand Place — Erasmus en Flandes
Enrique Semo: 1991: ¿Por qué se derrumbó la URSS? — Memoria
Michel Husson: Marx, un économiste du XIXe siècle? A propos de la biographie de Jonathan Sperber — A L’Encontre
César Rendueles: Todos los Marx que hay en Marx — El País
Alice Pairo: Karl Marx, Dubaï et House of cards: la Session de rattrapage — France Culture
Sebastián Raza: Marxismo cultural: una teoría conspirativa de la derecha — La República
Samuel Jaramillo: De nuevo Marx, pero un Marx Nuevo — Universidad Externado de Colombia
Sergio Abraham Méndez Moissen: Karl Marx: El capítulo XXIV de El Capital y el “descubrimiento” de América — La Izquierda Diario
Joseph Daher: El marxismo, la primavera árabe y el fundamentalismo islámico — Viento Sur
Francisco Jaime: Marxismo: ¿salvación a través de la revolución? — El Siglo de Torreón
Michel Husson: Marx, Piketty et Aghion sur la productivité — A l’encontre
Guido Fernández Parmo: El día que Marx vio The Matrix — Unión de Trabajadores de Prensa de Buenos Aires
Cest: Karl Marx y sus "Cuadernos de París" toman vida con ilustraciones de Maguma — El Periódico
Leopoldo Moscoso: 'Das Kapital': reloading... — Público
Laura "Xiwe" Santillan: La lucha mapuche, la autodeterminación y el marxismo — La Izquierda Diario
José de María Romero Barea: Hölderlin ha leído a Marx y no lo olvida — Revista de Letras
Ismaël Dupont: Marx et Engels: les vies extravagantes et chagrines des deux théoriciens du communisme! — Le Chiffon Rouge Morlai
Francisco Cabrillo: Cómo Marx cambió el curso de la historia — Expansión
El “Dragón Rojo”, en Manchester: Cierran el histórico pub donde Marx y Engels charlaban "entre copa y copa" — BigNews Tonight
Marc Sala: El capitalismo se come al bar donde Marx y Engels debatían sobre comunismo — El Español

— Notas sobre debates, entrevistas y eventos
Fabrizio Mejía Madrid: Conmemoran aniversario de la muerte de Lenin en Rusia — Proceso
Segundo Congreso Mundial sobre Marxismo tendrá lugar en Beijing — Xinhua
Debate entre Andrew Kliman & Fred Moseley — Tiempos Críticos
David McNally & Sue Ferguson: “Social Reproduction Beyond Intersectionality: An Interview” — Marxismo Crítico
Gustavo Hernández Sánchez: “Edward Palmer Thompson es un autor que sí supo dar un giro copernicano a los estudios marxistas” — Rebelión
Alberto Maldonado: Michael Heinrich en Bogotá: El Capital de Marx es el misil más terrible lanzado contra la burguesía — Palabras al Margen
Leonardo Cazes: En memoria de Itsván Mészáros — Rebelión (Publicada en O Globo)
Entrevista con István Mészáros realizada por la revista persa Naghd’ (Kritik), el 02-06-1998: “Para ir Más allá del Capital” — Marxismo Crítico
Rosa Nassif: “El Che no fue solo un hombre de acción sino un gran teórico marxista” Agencia de Informaciones Mercosur AIM
Entrevista a Juan Geymonat: Por un marxismo sin citas a Marx — Hemisferio Izquierdo
Juliana Gonçalves: "El Capital no es una biblia ni un libro de recetas", dice José Paulo Netto [Português ] — Brasil de Fato
Entrevista a Michael Heinrich: El Capital: una obra colosal “para desenmascarar un sistema completo de falsas percepciones” — Viento Sur
Alejandro Katz & Mariano Schuster: Marx ha vuelto: 150 años de El Capital. Entrevista a Horacio Tarcus — La Vanguardia
Salvador López Arnal: Entrevista a Gustavo Hernández Sánchez sobre "La tradición marxista y la encrucijada postmoderna" — Rebelión
Jorge L. Acanda: "Hace falta una lectura de Marx que hunda raíces en las fuentes originarias del pensamiento de Marx" — La Linea de Fuego

— Notas sobre Lenin y la Revolución de Octubre
Guillermo Almeyra: Qué fue la Revolución Rusa — La Jornada
Jorge Figueroa: Dos revoluciones que cambiaron el mundo y el arte — La Gaceta
Gilberto López y Rivas: La revolución socialista de 1917 y la cuestión nacional y colonial — La Jornada
Aldo Agosti: Repensar la Revolución Rusa — Memoria
Toni Negri: Lenin: Dalla teoria alla pratica — Euronomade
Entretien avec Tariq Ali: L’héritage de Vladimir Lénine — Contretemps
Andrea Catone: La Rivoluzione d’Ottobre e il Movimento Socialista Mondiale in una prospettiva storica — Marx XXI
Michael Löwy: De la Revolución de Octubre al Ecocomunismo del Siglo XXI — Herramienta
Serge Halimi: Il secolo di Lenin — Rifondazione Comunista
Víctor Arrogante: La Gran Revolución de octubre — El Plural
Luis Bilbao: El mundo a un siglo de la Revolución de Octubre — Rebelión
Samir Amin: La Revolución de Octubre cien años después — El Viejo Topo
Luis Fernando Valdés-López: Revolución rusa, 100 años después — Portaluz
Ester Kandel: El centenario de la Revolución de octubre — Kaos en la Red
Daniel Gaido: Come fare la rivoluzione senza prendere il potere...a luglio — PalermoGrad
Eugenio del Río: Repensando la experiencia soviética — Ctxt
Pablo Stancanelli: Presentación el Atlas de la Revolución rusa - Pan, paz, tierra... libertad — Le Monde Diplomatique
Gabriel Quirici: La Revolución Rusa desafió a la izquierda, al marxismo y al capitalismo [Audio] — Del Sol

— Notas sobre la película “El joven Karl Marx”, del cineasta haitiano Raoul Peck
Eduardo Mackenzie:"Le jeune Karl Marx ", le film le plus récent du réalisateur Raoul Peck vient de sortir en France — Dreuz
Minou Petrovski: Pourquoi Raoul Peck, cinéaste haïtien, s’intéresse-t-il à la jeunesse de Karl Marx en 2017? — HuffPost
Antônio Lima Jûnior: [Resenha] O jovem Karl Marx – Raoul Peck (2017) — Fundaçâo Dinarco Reis
La película "El joven Karl Marx" llegará a los cines en el 2017 — Amistad Hispano-Soviética
Boris Lefebvre: "Le jeune Karl Marx": de la rencontre avec Engels au Manifeste — Révolution Pernamente

— Notas sobre el maestro István Mészáros, recientemente fallecido
Matteo Bifone: Oltre Il Capitale. Verso una teoria della transizione, a cura di R. Mapelli — Materialismo Storico
Gabriel Vargas Lozano, Hillel Ticktin: István Mészáros: pensar la alienación y la crisis del capitalismo — SinPermiso
Carmen Bohórquez: István Mészáros, ahora y siempre — Red 58
István Mészáros: Reflexiones sobre la Nueva Internacional — Rebelión
Ricardo Antunes: Sobre "Más allá del capital", de István Mészáros — Herramienta
Francisco Farina: Hasta la Victoria: István Mészáros — Marcha
István Mészáros in memoriam : Capitalism and Ecological Destruction — Climate & Capitalism.us