Karl Marx ✆ A.d. |
Diego Giachetti | In difficoltà a trovare la “classe perduta”
hanno provato a interrogare Marx ma si sono presto ritratti. Marx sembrerebbe
non aiutare, invece di semplificare complica le cose e quando, dopo più di
mille pagine de Il Capitale, si
chiede finalmente cosa sono le classi, non va oltre le due paginette, poi
s’interrompe. In altre opere invece “pasticcia”, scrive e ragiona
rispettivamente di due classi antagoniste oppure individua cinque, sei, sette e
anche otto classi. Marx sarebbe quindi la dimostrazione che le classi sono un
oggetto indefinibile, contraddittorio, possibile di varie interpretazioni,
tutte insufficienti: il mistero di cosa esse siano resta così insoluto.
Lenin in uno scritto del 1919 provò a fare un po’ di chiarezza definendo le classi come «quei grandi gruppi di persone che si differenziano per il posto che occupano nel sistema storicamente determinato della produzione sociale, per i loro rapporti (per lo più fissati e sanzionati da leggi) con i mezzi di produzione, per la loro funzione nell’organizzazione sociale del lavoro e, quindi, per il modo e la misura in cui godono della ricchezza sociale di cui dispongono» ( Opere, vol. 29, Roma, Editori Riuniti). Avendo letto un po’ di Marx e di Engels, questa sua sintesi era il frutto di quelle letture e ad essa si ispirava: ma si ispirava ad un “pasticcio” appunto.