15/9/14

Per una teoria dell’arte in Karl Marx

Karl Marx ✆ A.d. 
Diego Fusaro   |   Esordisco col ricordare una cosa ovvia e banale, ma che e bene precisare perche, come cerchero di chiarire, ha risvolti fondamentali nella «teoria» marxiana dell’arte: Karl Marx non si e mai occupato specificamente del fenomeno artistico, scrivendo monografie e dedicando studi all’esame di quel fenomeno. Questo disinteresse non e certo dovuto alla superficialita dell’autore o alla sua avversione per l’arte in quanto tale, ma deve piuttosto essere posto in relazione col ruolo che egli le assegna nell’ambito del proprio «impianto» filosofico (e le virgolette sono d’obbligo, vista l’asistematicita dell’opera marxiana). Il fatto che Marx non abbia mai scritto un’opera sull’arte, ne si sia dedicato specificatamente ad essa, non significa tuttavia che nelle sue opere non affiorino, qua e la, considerazioni di rilievo sul fenomeno artistico. Al contrario, gli scritti marxiani racchiudono un gran numero di riferimenti all’arte e alle sue manifestazioni: a tal punto che, se li si esamina con una certa unitarieta e li si pone in relazione tra loro, diventa possibile ricavarne se non una teoria marxiana dell’arte, per lo meno un tentativo si spiegazione del fenomeno artistico. E alla luce di questo presupposto, del resto, che si spiegano i numerosi tentativi, compiuti da molti studiosi, di individuare una teoria dell’arte in Marx, tentativi che si sono per lo piu tradotti nella pubblicazione di raccolte antologiche di brani marxiani (ed engelsiani) dedicati al tema. 

Il primo tentativo fu quello compiuto nel 1933 da Lifŝic e Schiller, i quali pubblicarono a Mosca un’ampia antologia (con prefazione di Lunaĉarskij), che venne poi nuovamente pubblicata, in forma considerevolmente accresciuta, nel 1937 (in essa sono raccolti in maniera alquanto dispersiva tutti i brani, anche i piu insignificanti, in cui figurino le parole «arte» e «letteratura»). Nel 1936 comparve, poi, la raccolta compiuta da Jean Freville (K. Marx – F. Engels, Sur la littérature et l’art, Editions Sociales Internationales, Paris 1936). In Italia, sono finora comparse ben tre edizioni degli scritti marxiani sull’arte e la letteratura: la prima, curata da Valentino Gerratana (K. Marx – F.Engels, Sull’arte e la letteratura, Universale Economica, Milano–Novara 1954); la seconda curata da Carlo Salinari (K. Marx – F. Engels, Scritti sull’arte, Laterza, Roma–Bari 1967); la terza curata da Giuseppe Prestipino (K. Marx, Arte e lavoro creativo: scritti di estetica, Newton, Roma 1976), la quale ha il vantaggio di soffermarsi sul solo Marx. Questi studi segnalano la presenza di un problema esegetico particolarmente sentito dagli interpreti del pensiero marxiano.

Col presente lavoro, mi propongo dunque di analizzare i punti dell’analisi marxiana dedicati al fenomeno artistico ed estetico, al fine di ricostruire quale sia il ruolo che Marx gli attribuisce; il mio lavoro sara articolato in quattro punti, che elenco qui di seguito: a) il valore sovrastrutturale dell’arte e la genesi storica della medesima; b) i problemi e le contraddizioni che l’arte crea alla concezione materialistica della storia; c) il ruolo dell’arte nel modo di produzione capitalistico; d) la funzione che l’arte e destinata a svolgere nella societa senza classi. Chiarisco fin da ora che, nella mia trattazione, non mi avvarro dei contributi del «secondo violino» Friedrich Engels, se non, ovviamente, nei casi delle opere scritte da Marx a quattro mani con lui (ad esempio l’Ideologia tedesca), in cui non e possibile, o comunque non e cosi immediato, individuare il confine tra le parti scritte dall’uno e quelle composte dall’altro: questo rifiuto e dovuto, da un lato, al fatto che la mia trattazione e dedicata al problema dell’arte in Marx (e non in Marx e in Engels) – ed e per questo stesso motivo che la mia analisi tralascera completamente di occuparsi degli sviluppi novecenteschi dell’estetica marxista –, e dall’altro alla mia convinzione secondo cui, se anche e vero che per molti versi Engels e stato il fedele portavoce della teoria marxiana, in campo estético egli si e almeno in parte discostato dall’amico, intraprendendo una strada parzialmente autonoma.