Karl Marx ✆ A.d. |
Il primo tentativo fu quello compiuto nel 1933 da
Lifŝic e Schiller, i quali pubblicarono a Mosca un’ampia antologia (con
prefazione di Lunaĉarskij), che venne poi nuovamente pubblicata, in forma considerevolmente
accresciuta, nel 1937 (in essa sono raccolti in maniera alquanto dispersiva
tutti i brani, anche i piu insignificanti, in cui figurino le parole «arte» e
«letteratura»). Nel 1936 comparve, poi, la raccolta compiuta da Jean Freville
(K. Marx – F. Engels, Sur la littérature et l’art, Editions Sociales
Internationales, Paris 1936). In Italia, sono finora comparse ben tre edizioni degli
scritti marxiani sull’arte e la letteratura: la prima, curata da Valentino
Gerratana (K. Marx – F.Engels, Sull’arte e la letteratura, Universale
Economica, Milano–Novara 1954); la seconda curata da Carlo Salinari (K. Marx –
F. Engels, Scritti sull’arte, Laterza, Roma–Bari 1967); la terza curata da
Giuseppe Prestipino (K. Marx, Arte e lavoro creativo: scritti di estetica,
Newton, Roma 1976), la quale ha il vantaggio di soffermarsi sul solo Marx.
Questi studi segnalano la presenza di un problema esegetico particolarmente
sentito dagli interpreti del pensiero marxiano.
Col presente lavoro, mi propongo dunque di analizzare i
punti dell’analisi marxiana dedicati al fenomeno artistico ed estetico, al fine
di ricostruire quale sia il ruolo che Marx gli attribuisce; il mio lavoro sara
articolato in quattro punti, che elenco qui di seguito: a) il valore
sovrastrutturale dell’arte e la genesi storica della medesima; b) i problemi e
le contraddizioni che l’arte crea alla concezione materialistica della storia;
c) il ruolo dell’arte nel modo di produzione capitalistico; d) la funzione che
l’arte e destinata a svolgere nella societa senza classi. Chiarisco fin da ora
che, nella mia trattazione, non mi avvarro dei contributi del «secondo violino»
Friedrich Engels, se non, ovviamente, nei casi delle opere scritte da Marx a
quattro mani con lui (ad esempio l’Ideologia tedesca), in cui non e possibile,
o comunque non e cosi immediato, individuare il confine tra le parti scritte
dall’uno e quelle composte dall’altro: questo rifiuto e dovuto, da un lato, al
fatto che la mia trattazione e dedicata al problema dell’arte in Marx (e non in
Marx e in Engels) – ed e per questo stesso motivo che la mia analisi tralascera
completamente di occuparsi degli sviluppi novecenteschi dell’estetica marxista
–, e dall’altro alla mia convinzione secondo cui, se anche e vero che per molti
versi Engels e stato il fedele portavoce della teoria marxiana, in campo estético
egli si e almeno in parte discostato dall’amico, intraprendendo una strada
parzialmente autonoma.