Sergio Sabattini ha scritto Da un altro tempo. Marx e Engels, la rivoluzione, la Russia (Edizioni Punto Rosso), un libro che è, come dice, il libro di una vita. Una vita spesa bene per i compiti rilevanti e difficili cui ha assolto come militante politico e dirigente comunista, ma anche, come qui possiamo leggere, per questa sua ininterrotta riflessione che ora rende pubblica. Spesso, quando si volge verso l’età più avanzata, si indulge al racconto delle proprie personali memorie. Si tratta di documenti sempre utili sia per i lettori che desiderano informarsi sul tempo passato, sia per gli storici professionali che hanno così modo di paragonare vari punti di vista interni a un medesimo tempo, a medesimi eventi, a medesime esperienze umane. Ma il testo di Sabattini è ben altra e più impegnativa impresa.
È un testo di riflessione storica e teorica, un itinerario dentro la storia e dentro il pensiero di coloro che insoddisfatti del loro presente e del futuro che esso prometteva – come furono gli iniziatori del movimento socialista – si sono sforzati di leggere la intima costituzione della società e dello stato al fine di prospettare un futuro migliore. Le autobiografie hanno bisogno di aprire solo i propri ricordi, per un lavoro come questo bisogna aprire e studiare molti libri per porsi le domande e ancor di più per cercare le risposte.
Un tale faticoso e ininterrotto lavoro, compiuto da chi è stato per tutta la sua vita un politico di professione, è un dato rilevante in se stesso in tempi in cui i politici per primeggiare studiano essenzialmente per farsi attori televisivi e che, qui da noi, acquistano tanto più potere se sono volontari o involontari attori comici.