Karl Marx ✆ Natalia Rizzo |
Antiper | Sul rapporto tra marxismo e
filosofia sono state scritte intere biblioteche. Il “dilemma” è ricondotto alla
questione, posta dai filosofi “di professione”, dell’insufficiente, nascosto,
frainteso o addirittura mistificato “statuto filosofico” del marxismo. Nel
parlare di marxismo e filosofia si va da chi afferma che il vero problema del
marxismo è l’assenza di uno spazio filosofico specifico a chi afferma che un
po’ di buona filosofia c’è, ma bisogna disseppellirla da sotto una montagna di
deformazioni economicistiche, storicistiche, umanistiche, a chi sostiene che in
Marx è posto in modo esauriente il problema filosofico fondamentale. E così
via.
Più in generale i filosofi vogliono più
filosofia. E' normale: gli economisti vogliono più economia, i sociologi più
sociologia, ecc… Raramente si ricorda che una delle acquisizioni fondamentali
di Marx consiste proprio nel superamento della divisione disciplinare della
conoscenza (si potrebbe dire, della “divisione del lavoro nel campo della
conoscenza”) e nell’inaugurazione di un nuovo approccio ai problemi filosofici,
economici, storici, sociali, ecc…
«il marxismo non si lascia collocare in nessuno dei comparti tradizionali del sistema delle scienze borghesi, e anche se si intendesse approntare appositamente per esso... un nuovo comparto chiamato sociologia, esso non vi rimarrebbe tranquillamente, ma continuerebbe a uscirne per infilarsi in tutti gli altri. “Economia”, “filosofia”, “storia”, “teoria del diritto e dello Stato”, nessuno di questi comparti è in grado di contenerlo, ma nessuno di essi sarebbe al sicuro dalle sue incursioni se si intendesse collocarlo in un altro» [1].