21/8/14

Lenin, el Partido y otros demonios | Acerca de la crisis de la izquierda independiente (I & II)

Llegada de Lenin a Petrogrado [03-04-1917] ✆ F. Liubimova 
Fernando Aiziczon & Eduardo Castilla   |   En el anterior número de Ideas de Izquierda1 [De viejos y nuevos dogmatismos | La crisis de las ideas y los intelectuales de la izquierda independiente] afirmamos que la izquierda independiente padecía un evidente vacío estratégico que, sumado a la reiteración de sus dogmas teóricos, la encerraba en una fuerte crisis política. Señalamos que una de sus delimitaciones centrales en relación a la “vieja” izquierda era, precisamente, la idea de Partido ligada a la tradición marxista revolucionaria. Haremos aquí algunos señalamientos sobre esa cuestión esencial.

Demonizando a Lenin

A diferencia de las fuertes controversias públicas que dan vida a la izquierda partidaria, nadie conoce las verdaderas causas de la implosión de la nueva izquierda o el por qué de la desaparición de muchas de sus organizaciones en tiempo récord, tal como ocurrió con la COMPA2.

Karl Marx messo a tacere da Michael Hardt & Antonio Negri? | Marx est-il réduit au silence par Hardt & Negri?

Karl Marx ✆ Alessandro D’Alatri
J.   |   Le trasformazioni profonde del recente passato - lo smantellamento dello stato-provvidenza ad Ovest, il crollo del blocco dei paesi dell'Est e dei partiti "comunisti", e l'emergere di un nuovo ordine capitalista mondiale e liberale, apparentemente trionfante, ha restituito tutta la sua importanza al problema della dinamica storica e della possibilità di trasformare il mondo. Il crollo del blocco dell'Est, la dissoluzione definitiva dell'Unione Sovietica, e l'abbandono del riferimento al "comunismo" non segnano affatto la fine storica del marxismo, ma piuttosto le deformazioni radicali dello stesso, per cui il socialismo sarebbe caratterizzato principalmente dalla proprietà collettiva dei mezzi di produzione e dalla produzione centralizzata, e da un modo di distribuzione regolato in maniera giusta e cosciente. 

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Questa visione deformata del marxismo non ha permesso la critica dei regimi "socialisti". Per coloro che hanno tenuto gli occhi aperti, i regimi cosiddetti "socialisti" non apparivano come una risposta ai problemi del capitalismo, poiché non differivano dal capitalismo occidentale se non per l'introduzione della pianificazione centralizzata e per la proprietà da parte dello Stato.

La globalizzazione smentisce le ‘profezie’ di Marx?

Karl Marx ✆ Junior Lopes 
Moreno Pasquinelli   |   Con quanta (insostenibile) leggerezza il pensiero unico liberista ha pensato di sbarazzarsi dello "spettro" di Marx!  Essi sono convinti che l'implosione del movimento comunista dipenda anzitutto dalla fallacia delle previsioni di Marx, considerate vaticini senza basi scientifiche, profezie filosofiche campate per aria. Le cose stanno veramente così? E' proprio vero che la globalizzazione avrebbe smentito le principali previsioni marxiane? O non è forse vero il contrario?  Proviamo a verificarlo, prendendo in considerazione, come amano tanto gli "scienziati" di Sua Maestà Il Capitale, i fatti, i dati empirici, e quindi rileggendo quanto Marx scrisse nel Manifesto del Partito Comunista del 1848. Diverse sono le tesi "profetiche" di Marx, tra le altre quella che concerne il rapporto indissolubile tra capitale e lavoro salariato, ovvero come, alla crescita del capitale deve corrispondere un'aumento dell'esercito proletario. Lo faremo svelando gli ultimi dati sulle classi sociali a livello mondiale.

Marx aveva previsto la globalizzazione?

Prima di arrivare al punto è necessario smentire quei detrattori che vorrebbero far credere che Marx, in quanto irriducibile anticapitalista, avesse sottovalutato, se non addirittura escluso, le capacità espansive del modo capitalistico di produzione.