Marino Badiale | Vi è qualcosa di paradossale nel modo in cui
il variegato mondo dell'estrema sinistra più o meno marxista ha finora discusso
e criticato la proposta della decrescita. Vi è infatti un consenso abbastanza
diffuso, fra i marxisti, su due questioni: in primo luogo lo sviluppo storico
degli ultimi due secoli ha portato ad una situazione nella quale il rapporto
sociale capitalistico non implica solamente, come in passato, sfruttamento e
disumanità nei rapporti sociali, ma sta ormai minacciando la distruzione degli
equilibri naturali e, quindi, delle stesse condizioni fisiche di una vita umana
sensata, se non di una vita umana tout court. In secondo luogo, tale rapporto
sociale, nella forma attuale, ha come elemento necessario la crescita della
mercificazione di ogni ambito dell'esistenza, cioè la riduzione a merce di
sempre maggiori settori dell'attività produttiva umana, e quindi la correlativa
crescita del consumo di merci, perché beni e servizi prodotti sempre più nella
forma di merci devono ovviamente trovare degli acquirenti.
Il pensiero della decrescita parte da una analisi che ha
forti assonanze con quanto appena detto, e propone come risultato di