Zygmunt Bauman ✆ Hugo Enio Braz |
◆ Nuova ossessione anticapitalista — Il terzomondismo
frivolo di Baumann (e compagni) confutato con le parole di Marx
Luciano Pellicani
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Il sociologo polacco Zygmunt Baumann, classe 1925, ha acquistato notorietà
internazionale con una serie di saggi nei quali la modernità viene descritta
come un perverso sistema che tutto manipola e corrompe. “Nella sua forma attuale permanentemente negativa – questa la tesi che
ha ribadito innumerevoli volte – la globalizzazione è un processo parassitario
e predatorio, che si nutre della forza succhiata dai corpi degli stati-nazione
e dei loro sudditi”. E questo perché “il
capitalismo non può sopravvivere senza le economie non capitalistiche: esso è
in grado di progredire, seguendo i propri princìpi, fintanto che vi siano terre
vergini aperte all’espansione e allo sfruttamento; ma non appena le conquista
per poterle sfruttare, le priva della verginità precapitalistica e così facendo
esaurisce le fonti del proprio nutrimento.”
Il capitalismo, per dirla crudamente, è in
sostanza un sistema parassitario. Come tutti i parassiti, può prosperare per un
certo periodo di tempo quando trova un organismo non ancora sfruttato del quale
nutrirsi. Ma non può farlo senza danneggiare l’ospite, distruggendo quindi,
prima o poi, le condizioni della sua prosperità o addirittura della sua
sopravvivenza”.