7/1/16

Una candela che brucia dalle due parti — Rosa Luxemburgo tra critica dell’economia politica e rivoluzione

Rosa Luxemburgo
✆ Valeria Palumbo 
Nous ne pouvons plus maintenant avoir aveuglément confiance, come Rosa, dans la spontanéité de la classe ouvrière, et les organisations se sont écroulées. Mais Rosa ne puisait pas sa joie et son pieux amour à l’égard de la vie et du monde dans ses espérances trompeuses, elle les puisait dans sa force d’âme et d’esprit. C’est pourquoi à présent encore chaucun peut suivre son exemple — Simone Weil
Riccardo Bellofiore   /   Sono passati ormai quasi cent’anni da quando, nel gennaio del 1919, Rosa Luxemburg venne assassinata. L’immagine che di lei hanno avuto ed hanno i suoi avversari, di ieri e di oggi, è semplice abbastanza da poter essere sintetizzata in un’espressione efficace come “Rosa la sanguinaria”. Ma anche le immagini che di lei hanno dominato e dominano tra chi dovrebbe averne più a cuore la memoria – penso ai marxisti di questo secolo, e a un certo femminismo – sono a volte talmente semplificate da risultare ancora meno accettabili.

Si prenda, per esempio, un articolo di Margarethe von Trotta, regista di un film su Rosa Luxemburg. La regista tedesca sintetizzava l’eredità della rivoluzionaria polacca nell’amore, nell’incapacità di odiare, nel rifiuto della violenza. Non si potrebbe immaginare certo nulla di più lontano da “Rosa la sanguinaria”. Già nel film, peraltro, la Luxemburg vi appare come una pacifista, amante della natura, che patisce la divisione tra politica e sentimenti, precocemente oltre il femminismo nella convinzione di una maggiore positività delle relazioni femminili.