12/10/15

Marx & Keynes — Per non banalizzare le forme dei conflitti di classe

Karl Marx & John Maynard Keynes 
Giovanni Mazzetti   |   Nel corso del ristagno quarantennale che stiamo attraversando il movimento ha ignorato questa differenza essenziale, commettendo un errore del tutto analogo a quello dei precedenti rivolgimenti storici. Marx definisce questo errore come un processo di “naturalizzazione” della propria condizione e dei propri bisogni. E’ evidente, infatti, che se nei bisogni che si cerca di soddisfare non c’è alcun problema, e cioè se le condizioni e il significato della loro soddisfazione sono immediatamente intelligibili, la volontà così com’è appare senz’altro un forza adeguata al perseguimento dello scopo. Uno sa quello che vuole e come può ottenerlo, cosicché tutto si riduce ad un “fare” corrispondente, e se le cose non vengono fatte ciò accade per la mancanza di “una volontà politica” di agire. Se invece lo stesso prender corpo del bisogno e le implicazioni della sua eventuale soddisfazione non sono immediatamente trasparenti, perché conseguenza di svolgimenti contraddittori dello sviluppo, che hanno fatto emergere condizioni nuove, che bisogna ancora imparare a metabolizzare, tutto cambia. Come sottolinea Marx nella III tesi su Feuerbach, la modificazione delle circostanze, che si vuole realizzare per soddisfare il bisogno, “coincide”, in questo caso, con un processo di autotrasformazione dell’individualità sociale che solo se interviene può renderla realizzabile.

Para una crítica de la tesis burguesa del estancamiento secular

Paula Bach   |   La teoría económica marxista nació como crítica de la economía política clásica. Aprehendiendo por un lado lo más revolucionario de los logros científicos alcanzados por la burguesía naciente y a la vez criticando incisivamente sus limitaciones. Los problemas de la forma y el contenido adoptaron una presencia estelar en esta relación dialéctica que Marx estableció con la economía política burguesa de aquel entonces y en particular con David Ricardo –uno de sus más audaces exponentes–. Hasta cierto punto –y salvando todas las distancias del caso–, dilucidar las tendencias del capitalismo actual exige hurgar nuevamente en los problemas de la forma y el contenido con el objeto de aportar elementos para la crítica de lo más perspicaz del pensamiento económico burgués contemporáneo. En el presente trabajo y tras un breve recorrido por la historia de la teoría, indagaremos –con este espíritu y a falta de mejor sustrato– algunos nudos de la tesis del estancamiento secular propuesta hace relativamente poco tiempo por el ex Secretario del Tesoro norteamericano, Lawrence Summers.