Costanzo Preve |
Georg Lukács (o se si vuole in ungherese Lukács György, con il nome
proprio che segue il cognome) non è stato soltanto un grande teorico
dell’Estetica, o più esattamente della specificità del fatto estetico (Eigenart
des Ästhetischen), come preferiva sobriamente esprimersi e come ha
intitolato il suo capolavoro sistematico dedicato appunto all’estetica, ma è
stato uno dei massimi testimoni filosofici del novecento. Per questa ragione
una trattazione esclusivamente specialistica delle sue posizioni sull’arte
sarebbe fuorviante, perché nella visione “classica” di Lukács (che era poi
anche quella di Hegel e di Marx, i suoi maggiori maestri) l’Arte era un momento
del grande processo dialettico dell’emancipazione umana. Cercherò di “arrivare”
a questa conclusione interamente “estetica” con una serie di approssimazioni di
tipo storico, politico e filosofico.
1. Lukács, un uomo che seppe sempre essere presente agli “appuntamenti storici” del Novecento