25/12/14

Marx e la comune agricola russa | Cui prodest?

Il Lato Cattivo   |   La crisi attuale del modo di produzione capitalistico è comprensibilmente portatrice di un nuovo interesse per Marx. Nel magma di pubblicazioni – accademiche e non – che escono un po' ovunque, in Europa e negli Stati Uniti ma non solo, non tardano a fare capolino anche lavori di un certo interesse; che però – come spesso accade per ogni studio che sconfini nella «marxologia» – hanno il difetto di voler scoprire e far scoprire il vero Marx, di contro a tutti i falsi Marx di un passato generalmente associato ai brutti ricordi del «socialismo reale». Figlie di una teleologia che vede nella storia l'affrontarsi del Vero e del Falso, simili ambizioni – per quanto possano talvolta risultare feconde – ci dicono molte più cose sui fantasmi degli Autori in questione e sul loro tempo, che non su Marx stesso. Ogni generazione – scriveva molto giustamente Karel Kosik inDialettica del concreto (Bompiani, Milano 1965) – cerca e scopre nel testo marxiano ciò di cui necessita per esercitare una presa teorica sul proprio presente e, di conseguenza, mette in rilievo certi aspetti di Marx per accantonarne altri; ogni generazione, insomma, si abbevera alla fonte originaria per tradurla (tradirla) una volta di più. Il Marx evoluzionista e progressista della Seconda Internazionale era forse una semplice falsificazione