- Mondializzazione dell'economia. Il ritorno in grande stile di forme estreme di dipendenza
Luciano Canfora | Una delle grandi novità del XXI secolo è il riapparire su larga
scala delle forme di dipendenza schiavile e semischiavile.
Un segnale in tal senso, sia pure espresso con disarmante ingenuità, si è
avuto, in sede ufficiale, quando «da Oslo è partita una delegazione guidata da Ole Henning, allarmata
dalle notizie sulla diffusione del caporalato nella raccolta del pomodoro nel
Sud Italia» («Corriere della Sera», 23 ottobre 2013). Il riferimento è alla condizione semischiavile dei neri impiegati nelle campagne della
Capitanata, di Villa Literno o di Nardò.
Beninteso, il pomodoro poco «etico» è solo la punta
dell'iceberg di un fenomeno mondiale, nel quale rientrano le maestranze schiave
del Sud-Est asiatico o del Bangladesh, per non parlare dei minatori neri del
Sud Africa, sui quali spara ad altezza d'uomo una polizia, anch'essa fatta di
neri, per i quali la meteora Mandela è passata invano. È chiaro che il profitto si centuplica se il lavoratore è