- “In tutto questo, sembra esservi una assoluta
contraddizione, o quanto meno un incalcolabile conflitto, fra Partito comunista
e regime di mercato, anche per il mito rivendicato come prioritario, del
mercato come sintomo di democrazia, per nascondere meno prioritari ma più
consistenti interessi. La verità è che questa falsità storica oggi il Partito
comunista cinese l'ha definitivamente denunciata. Le contraddizioni e i
conflitti del mercato, nonché della sua disciplina, in continuo cambiamento,
possono creare incredibili diseguaglianze, a tutti i livelli. Ma certo la loro
soluzione appare oramai avere molte vie aperte. Il connubio tra mercato e
democrazia, con buona pace dei tanti arroganti sacerdoti del neoliberismo, è
storicamente tramontato” | Guido Rossi, La cura cinese per
l’economia globalizzata, Il Sole 24 Ore, 17 novembre 2013)
|
Familia escondida en la ciudad ✆ Liu Bolin |
Pasquale Cicalese | Giorno
18 ottobre, borsa Shanghai + 3,3, Hong Kong + 2,7, titoli finanziari alla
riscossa. Cosa è successo durante il Plenum del Partito Comunista Cinese? E’
passata la linea nera, come strillava sabato 16 novembre il Manifesto, che
dalle nostre parti appoggia niente meno che il PD? Gli occidentali paiono avere una scarsa conoscenza della realtà cinese dell’
economia socialista di mercato. Giovanni Arrighi in Adam Smith a Pechino era
stato chiaro: quel che succede da quelle parti modificherà i rapporti di forza
mondiale. Altre volte avevamo suggerito che la dirigenza cinese applica un mix
tra Smith, Schumpeter e Marx, un originale connubio finalizzato in ultima
analisi ad una crescita poderosa della produttività totale dei fattori
produttivi, un cammino incessante per raggiungere i livelli, ora calanti,
occidentali. Lo hanno applicato alla forza lavoro, agli immensi conglomerati
industriali pubblici, alle cooperative, alla pubblica amministrazione. Ora è il
tempo di altri due settori, agricoltura e finanza. Si parla ora di titoli di
proprietà. In ambito agricolo si punta a creare in pochi decenni quel che vi
era durante la rivoluzione inglese, vale a dire la gentry,